Pandemia, PIL e mercati finanziari
La pandemia ha innescato un calo del Prodotto interno lordo in tutto il mondo, ma perché invece i mercati azionari sono in crescita?
Perché, in preda alla pandemia, il Prodotto interno lordo di tutti i Paesi al mondo cala a picco, mentre sui mercati si registra un trend positivo? Perché, contrario di quel che si potrebbe immaginare, tra l’andamento dei mercati azionari e quell’economia non c’è un rapporto diretto.
Se le borse hanno segno più, non significa che accada lo stesso per il Pil. E spesso gli andamenti sono opposti rispetto a quelli che ci aspetteremmo. Come sta accadendo da quando il Covid-19 ha stravolto il mondo, appunto. Mentre ovunque aumenta la disoccupazione e le economie annaspano, i mercati – nonostante la volatilità e qualche battuta d’arresto – non se la cavano altrettanto male. Anzi: i principali indici azionari sono cresciuti vertiginosamente.
Differenza fra economia e mercati finanziari
Per capire di cosa stiamo parlando, partiamo dalle definizioni. L’economia – come recita la Treccani – riguarda il complesso delle risorse e delle attività volte al loro utilizzo. Quindi quando parliamo dNella seconda fase, dal 19 febbraio al 23 marzo, l’indice è crollato del 34%. Eppure, al 19 febbraio, c’erano stati solo pochi morti per Covid-19 segnalati al di fuori della Cina. Quello che ha cambiato il pensiero degli investitori in quell’intervallo, spiega Shiller, non è stata una sola notizia, ma una serie di notizie correlate: il 17 febbraio è stata menzionata per la prima volta la corsa alla carta igienica a Hong Kong; l’11 marzo l’Oms ha parlato per la prima volta di pandemia; le notizie dall’Italia raccontavano di operatori sanitari costretti a scegliere quali pazienti curare e quali no; le narrazioni sulla Grande Depressione degli anni Trenta hanno cominciato a diffondersi.
Da qui in poi, nella terza fase, lo S&P 500 ha iniziato il suo rialzo del 40%, a seguito delle notizie sulla politica sia fiscale e monetaria. Il 23 marzo, dopo che i tassi di interesse erano già stati ridotti praticamente a zero, la Federal Reserve americana ha annunciato un programma aggressivo per istituire linee di credito innovative. Quattro giorni dopo, Trump ha firmato la legge Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security da 2 trilioni di dollari.
Dagli Stati Uniti all'Europa, misure come queste sono state descritte come simili alle azioni di politica economica intraprese per contrastare la crisi del 2008-2009. Tutti i governi del mondo e le banche centrali si sono adoperate negli ultimi mesi per limitare i danni all’economia dovuti alla pandemia con aiuti e sussidi, anche in deficit. Gli investitori sapevano che queste misure avevano funzionato in passato e così hanno scommesso sui futuri guadagni. Anche se, nel mondo reale, al di fuori delle borse, l’economia va tutt’altro che bene. i economia, si fa riferimento alla produzione industriale, al lavoro, ai consumi, ai prezzi e ai redditi. Se l’economia va male, chiudono le fabbriche, si perdono posti di lavoro e i consumi calano.
I mercati finanziari, invece, sono qualcosa di più astratto. Le borse sono il luogo in cui vengono negoziati gli strumenti finanziari. Il risparmio delle famiglie e degli investitori istituzionali vengono canalizzati verso le imprese, che collocano in borsa quote del loro capitale o prestiti per finanziare gli investimenti. I prezzi delle azioni riflettono le previsioni degli investitori sui profitti delle imprese quotate e sono un indicatore per orientare i flussi di risparmio verso gli investimenti con migliori prospettive di rendimento. Chi compra azioni scommette sul fatto che aumentino di valore, sperando di poterle rivendere con un guadagno. Chi vende scommette sul contrario.
In questo senso, come spiega Il Post, si dice spesso che il mercato azionario guarda in avanti, al futuro, mentre l’economia guarda al passato. Se ad esempio negli ultimi mesi si sono venduti tanti monopattini, chi li produce assumerà persone per rispondere alla domanda e aumenterà gli stipendi per attrarre i migliori lavoratori. Ma se gli analisti pensano che tra un anno non si venderanno più monopattini, le azioni delle società perderanno valore. Borsa ed economia avranno quindi un andamento opposto.
E lo stesso accade per gli indicatori macroeconomici. Gli indici di disoccupazione – uno di quelli più usati per descrivere l’andamento dell’economia – ci dicono come sono andate le cose negli ultimi mesi o nell’ultimo anno. Gli indici dei mercati azionari ci dicono invece quali sono le aspettative del mercato per i prossimi mesi o anni. Se la disoccupazione è aumentata molto negli ultimi mesi, non è detto che si pensi che continuerà a crescere ancora: nonostante ci siano molti disoccupati, il mercato azionario può crescere.
Una similitudine efficace è quella usata dall’autore e investitore statunitense Joshua Brown, che invita a pensare a mercati ed economia come a una persona che attraversa un parco con un cane al guinzaglio. Durante la passeggiata, la persona tenderà a camminare lungo una linea retta da una parte all’altra del parco, mentre il cane le correrà intorno disordinatamente, fermandosi ad annusare gli alberi e abbaiando agli altri cani. La persona e il cane vanno nella stessa direzione, ma mentre la persona (l’economia) lo farà seguendo un percorso più o meno prevedibile, il cane (i mercati) lo farà in modo molto più movimentato.
Le previsioni dei mercati, ovviamente, possono essere corrette o sbagliate. Ma se si aspettano dati negativi sull’occupazione e le attese vengono confermate, i mercati non subiscono scossoni.
Altre volte, però, succedono cose imprevedibili che cambiano profondamente gli scenari reali e hanno un effetto diretto sui mercati. E la pandemia, appunto, è uno di questi casi. Nessuno si aspettava quello che è successo nel mondo a marzo e i mercati azionari sono crollati subito.
Ma poi il mercato si è adattato alla situazione negativa dell’economia reale. C’è chi pensa che in futuro le economie del mondo si riprenderanno ed è quindi disposto a scommettere e investire oggi, sperando magari che un vaccino per il coronavirus arrivi presto. Anche se le cose vanno male, quindi, le aspettative per il futuro sono buone, per cui si compra oggi sulla speranza di vendere e realizzare un guadagno in futuro.
E soprattutto gli investimenti si sono concentrati su alcuni comparti. L’indice Standard & Poor 500 di Wall Street, che misura l’andamento delle 500 società statunitensi con il più alto valore in borsa, negli ultimi mesi è cresciuto molto perché le società che ne fanno parte sono andate molto bene. Non a caso, tra queste società ce ne sono molte legate all’economia digitale, da Apple o Google, che nei mesi della pandemia hanno guadagnato valore.
L’andamento dei mercati dall’inizio della Pandemia
Robert J. Shiller, economista statunitense considerato uno dei padri della finanza comportamentale, ha individuato tre fasi dell’andamento del principale indice americano dall’inizio della pandemia, mostrando come i mercati non diano necessariamente risposte rapide e logiche rispetto alle notizie che arrivano dal “mondo reale”.
La prima fase è iniziata quando, il 30 gennaio, l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito il coronavirus «un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale»: nei 20 giorni successivi lo S&P 500 è cresciuto del 3%, raggiungendo il record storico il 19 febbraio.
Nella seconda fase, dal 19 febbraio al 23 marzo, l’indice è crollato del 34%. Eppure, al 19 febbraio, c’erano stati solo pochi morti per Covid-19 segnalati al di fuori della Cina. Quello che ha cambiato il pensiero degli investitori in quell’intervallo, spiega Shiller, non è stata una sola notizia, ma una serie di notizie correlate: il 17 febbraio è stata menzionata per la prima volta la corsa alla carta igienica a Hong Kong; l’11 marzo l’Oms ha parlato per la prima volta di pandemia; le notizie dall’Italia raccontavano di operatori sanitari costretti a scegliere quali pazienti curare e quali no; le narrazioni sulla Grande Depressione degli anni Trenta hanno cominciato a diffondersi.
Da qui in poi, nella terza fase, lo S&P 500 ha iniziato il suo rialzo del 40%, a seguito delle notizie sulla politica sia fiscale e monetaria. Il 23 marzo, dopo che i tassi di interesse erano già stati ridotti praticamente a zero, la Federal Reserve americana ha annunciato un programma aggressivo per istituire linee di credito innovative. Quattro giorni dopo, Trump ha firmato la legge Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security da 2 trilioni di dollari.
Dagli Stati Uniti all'Europa, misure come queste sono state descritte come simili alle azioni di politica economica intraprese per contrastare la crisi del 2008-2009. Tutti i governi del mondo e le banche centrali si sono adoperate negli ultimi mesi per limitare i danni all’economia dovuti alla pandemia con aiuti e sussidi, anche in deficit. Gli investitori sapevano che queste misure avevano funzionato in passato e così hanno scommesso sui futuri guadagni. Anche se, nel mondo reale, al di fuori delle borse, l’economia va tutt’altro che bene.