Nella comunicazione avanza la leadership femminile
Gli studi hanno dimostrato che la leadership femminile è strettamente connessa a cambiamento, innovazione, attenzione all’ascolto e all’empatia. Tutte caratteristiche che stanno assumendo una forte valenza in questo periodo.
Se c’è un settore in cui, in questo momento storico, si sta facendo strada la leadership femminile, questo è la comunicazione, soprattutto politica. In tempi in cui la democrazia è messa alla prova e i partiti combattono alla ricerca di una identità in un mondo che cambia, affidarsi alle comunicatrici sembra essere una buona idea. Non è un caso, forse, considerato che gli studi hanno dimostrato che la leadership femminile è strettamente connessa a cambiamento, innovazione, attenzione all’ascolto e all’empatia. Tutte caratteristiche che stanno assumendo una forte valenza in questo periodo.
Sette su sette
Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha affidato alle donne tutta la comunicazione della Casa Bianca: sette componenti su sette sono donne. La portavoce di Pennsylvania Avenue è Jennifer Psaki, 42 anni, origini greco-polacche. Un ruolo che già ricoperto nel 2015 nella Casa Bianca di Barack Obama.
Direttore delle comunicazioni della Casa Bianca è invece Kate Bedingfield, 38 anni, già in quel ruolo durante la campagna elettorale di Biden. La sua vice è Pili Tobar, 33 anni, di origini guatemalteche ma nata in Florida, ex vicedirettore di America's Voice, associazione impegnata a portare avanti riforme sull'immigrazione. A curare la comunicazione della vicepresidente, Kamala Harris, ci pensa invece Ashley Etienne, 42 anni, ex assistente di Barack Obama, poi direttrice della comunicazione della speaker della Camera Nancy Pelosi. Al suo fianco c’è l’afroamericana Symone Sanders, che fece da scudo col suo corpo a Biden, quando lo scorso marzo un’animalista cercò di salire sul palco del candidato presidente. Ad occuparsi della first lady Jill Biden, c’è infine Elizabeth Alexander, avvocatessa texana a lungo portavoce del marito Joe quando era il numero due di Barack Obama.
“Comunicare direttamente col popolo americano è uno dei compiti più importanti di un presidente, e a questa squadra è affidata l’enorme responsabilità di mettere in contatto il popolo americano con la Casa Bianca”, ha affermato Joe Biden. “Questi comunicatori qualificati ed esperti portano nel loro lavoro prospettive diverse e un impegno condiviso per ricostruire il Paese”.
E in Italia?
Nel nuovo governo guidato da Mario Draghi, molte responsabili della comunicazioni sono donne. A partire dalla portavoce del presidente del Consiglio Paola Ansuini, che si è subito contraddistinta per una massima: “Comunicheremo solo quando c’è qualcosa da comunicare”. Tanto per rimarcare la differenza rispetto al predecessore.
Ma c’è una donna a seguire anche la comunicazione del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: Iva Garibaldi, che per tanti anno ha seguito Matteo Salvini. Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha scelto Manuela Perrone, giornalista del Sole 24 Ore. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha nominato Raffaella Calandra, voce di Radio 24. E al fianco del ministro del Lavoro Andrea Orlando c’è Daniela Gentile. Chiara Miuzzi è la portavoce del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Squadra tutta al femminile anche per la ministra del Sud Mara Carfagna, seguita da Carlotta Sabatino.
Svolta tutta al femminile anche nel Partito democratico. Dopo le capogruppo donne, il Pd di Enrico Letta ha affidato alle donne anche la comunicazione Dem. Monica Nardi, 43 anni, con Letta già a Palazzo Chigi, è la nuova direttrice della comunicazione del Pd e sua portavoce. A lei riporteranno la responsabile della comunicazione integrata Chiara Pasqualini, già vice capo ufficio stampa a Palazzo Chigi nei governi Renzi e Gentiloni e la giornalista Tiziana Ragni, già conduttrice di Radio Immagina e responsabile del sito web del Pd, ora nominata capo ufficio stampa.
E anche a destra, la portavoce e consigliera di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è una donna: Giovanna Ianniello.
Direttrici, queste sconosciute
Tutt’altra situazione, invece, è quella dei vertici dei giornali italiani. Dopo l’addio di Lucia Annunziata all’Huffington Post, oggi i direttori delle principali testate italiane, di carta e online sono tutti uomini.
Una novità importante però è appena arrivata da una delle principali agenzie di stampa al mondo, che ha scelto una donna alla guida. Alessandra Galloni è la nuova direttrice dell’agenzia britannica Reuters: è la prima volta in 170 anni di storia della prestigiosa testata. Galloni, 47 anni, nata a Roma, parla quattro lingue ed è alla Reuters dal 2013, dopo aver lavorato per 13 anni al Wall Street Journal, specializzandosi in economia e finanza e lavorando come corrispondente da Londra, Parigi e Roma.
Assume il timone mentre l’agenzia di stampa deve affrontare una serie di sfide, inclusa una organizzazione che conta uno staff mondiale di circa 2.450 giornalisti. La prima reazione di Galloni è arrivata con un tweet: “Sono onorata di guidare la migliore redazione al mondo!”.
Leadership femminile
Diversi studi hanno mostrato come la leadership femminile emerge soprattutto nei momenti di transizione, cambiamento e innovazione. La peculiarità di questo modello consiste nella emersione di valori nuovi rispetto come «attenzione, empatia, gentilezza, capacità di mediare. Queste caratteristiche non sono più considerate punti deboli, ma punti di forza trainanti rispetto a quelli della sola leadership dura», come spiega Monica Magri, hr e Organization Director di The Adecco Group Italy. «Valorizzare questi aspetti ed esserne pienamente consapevoli può creare valore nella propria organizzazione e azienda».
E i dati dicono che la presenza della gender diversity porta a risultati positivi nelle aziende. Attenzione, però: «Non perché le donne copiano gli uomini, ma perché portano la propria diversità».