Macchina fotografica Reflex: cos'è e come funziona

Come funziona una Reflex

Le Reflex sono ormai diventate le migliori amiche dei fotografi. Ma come funzionano? E perché sono considerate migliori? Leggi l'articolo per scoprirlo.

04/01/2021 , tempo di lettura 4 minuti

Vi siete mai chiesti come funziona una macchina fotografica Reflex digitale? E qual è il processo che trasforma la luce in uno scatto digitale? Se sì, siete nel posto giusto.


Partiamo dalle definizioni. Il nome completo anzitutto è Reflex D-SLR. La sigla SLR è l’acronimo di Single Lens Reflex, ossia Reflex a singola lente: si tratta quindi di una fotocamera che utilizza un’unica lente sia per inquadrare che per scattare. La lettera D di digitale indica invece il fatto che la luce è impressa su un sensore digitale, con le immagini che vengono quindi immagazzinate in una scheda di memoria. 


Le componenti di una Reflex

Ecco quali sono le componenti essenziali della macchina fotografica Reflex.


L’obiettivo. È l’elemento che permette il passaggio della luce all’interno del corpo della fotocamera. È formato da una o più lenti che trasmettono l’immagine di un soggetto inquadrato sul piano focale, ovvero il piano posto a una distanza per la quale un obiettivo forma l’immagine nitida. Nel piano focale si trova il sensore che registra l’immagine. La Reflex, a differenza delle fotocamere bridge e delle compatte, ha inoltre la particolarità di avere obiettivi intercambiabili, 


Lo specchio. È l’elemento che permette di inquadrare nel mirino l’immagine che si vede dall’obiettivo. Per capire di cosa stiamo parlando si può svitare in senso antiorario l’obiettivo e guardare verso il corpo macchina. Normalmente è inclinato di 45 gradi per riflettere verso l’alto la luce che attraversa l’obiettivo. Per cui quando si preme il pulsante di scatto lo specchio si solleva in alto, in modo da scoprire il sensore digitale, sul quale i raggi di luce formeranno l’immagine.


Il pentaprisma. È il sistema ottico in grado di invertire la destra con la sinistra (e viceversa) nell’immagine riflessa dallo specchio reflex, in modo che attraverso il mirino è possibile osservare un’immagine reale e non capovolta. È un prisma composto da cinque facce riflettenti che ricevono l’immagine diretta dallo specchio per poi indirizzarla al mirino.


Il diaframma. Questo elemento si trova nell’obiettivo: si tratta di un foro tra le lamelle che si possono regolare per far aumentare o diminuire questo buco. Il diametro di questo foro è direttamente responsabile dell’esposizione alla luce della fotografia che si sta per scattare. Più grande sarà il buco, maggiore sarà la quantità di luce che attraversa l’obiettivo e viene ricevuta dal sensore.


L’otturatore. È il dispositivo meccanico che si trova davanti al sensore e che permette di fargli arrivare luce quando si preme il pulsante di scatto. Può essere di due tipi: centrale e a tendina. Nell’otturatore centrale si ha una serie di lamelle mobili poste tra le lenti dell’obiettivo, che si aprono al momento dello scatto. Nell’otturatore a tendina, invece, ci sono due tendine vicino al sensore: quando si scatta la foto, formano una fessura che scorre sul sensore, esponendolo alla luce per il tempo prestabilito. Anche questo elemento è fondamentale per l’esposizione fotografica: più aumentiamo i tempi di esposizione più la reflex raccoglierà la luce.


Il mirino. Il mirino è il componente che permette di vedere quello che il sensore sta raccogliendo nell’inquadrature nel momento dello scatto. All’interno del mirino, oltre alla visualizzazione della scena inquadrata, ci sono gli indicatori per valutare la messa a fuoco e l’esposizione del soggetto.


Il sensore. È il posto dove la luce si trasforma nell’immagine digitale. Si tratta di un componente elettronico che cattura le immagini e le “traduce” in dati per essere immagazzinati nella scheda di memoria.


Altre componenti da tenere in considerazione sono:


Gli ISO (sensibilità alla luce del sensore). Il selettore della sensibilità (ISO) permette di impostare la velocità ISO in base al livello di luminosità dell’ambiente. È un valore che viene impostato sia in modo automatico che in modo manuale sulla fotocamera per rendere il sensore “più sensibile” alla luce. Aumentando questi valori, a parità di condizioni luminose, si riesce a raccogliere più luce.


Il flash. La maggior parte delle reflex sono dotate di un piccolo flash incorporato. Ma c’è anche la possibilità di aggiungere un flash esterno nell’apposito incastro.


Come funziona una Reflex

Una volta conosciuti gli elementi essenziali, ora bisogna capire il processo che porta la luce a trasformarsi in immagine.


Quando premiamo leggermente il pulsante di messa a fuoco, l’otturatore si apre facendo passare la luce per il tempo impostato. La luce attraversa la lente dell’obiettivo passando attraverso il diaframma, una volta arrivata al corpo macchina incontra lo specchio inclinato di 45 gradi che riflette i raggi spedendoli verso il pentaprisma. I raggi poi vengono ribaltati dallo specchio e inviati al mirino della fotocamera dove possiamo vedere la scena inquadrata. Premuto il pulsante di scatto, l’immagine viene così elaborata.


In conclusione, non basta solo scattare. Le fotografie sono il risultato di diversi fattori. Molto dipende da quanto è aperto il diaframma, da quanto tempo è rimasto aperto l’otturatore e dalla sensibilità alla luce ISO impostata sulla fotocamera. 

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