Lato chiaro e lato oscuro della complessità
La complessità aumenta sempre ma è possibile comprenderla e trasformarla in un'importante risorsa
Nella nostra vita di tutti i giorni, nei più diversi ambiti - familiari, professionali, economici, sanitari, educativi, ricreativi, sportivi, sociali, culturali, giuridici, politici - percepiamo che la complessità che dobbiamo affrontare è sempre maggiore. E siccome vivere in un mondo complesso è più impegnativo che vivere in un mondo semplice, spesso l’aspirazione più frequente è quella di “semplificare”.
Questo è comprensibile. Perché spendere energie maggiori per stare in un mondo complesso se è più facile vivere in un mondo semplice? La risposta è che quel mondo più semplice che ricordiamo (o immaginiamo) non esiste più: è un mondo che, se era semplice, oggi si è evoluto e la sua complessità è aumentata. È un aumento irreversibile, non possiamo tornare indietro. Perché la freccia del tempo va sempre avanti. Non torna indietro.
Complessità buona e complessità cattiva
Perché la complessità aumenta sempre? Perché la complessità è continuamente generata da tutte le specie viventi, da tutte le persone, da tutte le organizzazioni, economiche, sociali o politiche.
Prendiamo ad esempio i moscerini. Perché quando li guardiamo in controluce - magari al tramonto camminando lungo un argine di un fiume - li vediamo volare a zig-zag, in modo discontinuo, quasi fossero impazziti, come morsi da una tarantola. Perché non volano tranquilli, sereni, lungo traiettorie lineari, semplici, facili? Perché si complicano la vita con quel dissennato volo che implica un grande dispendio di energie? Perché le rane “conoscono” la trigonometria. Siccome si cibano di insetti, hanno messo a punto una sofisticata macchina che calcola istantaneamente le traiettorie delle loro prede. Ecco perché i moscerini non volano in linea retta. Le loro posizioni sarebbero facilmente stimabili da parte delle rane. I moscerini hanno generato nel tempo e codificato nel loro DNA un volo discontinuo, complesso, fonte di sopravvivenza della loro specie. La semplicità del volo dei moscerini sarebbe “mortale”, la complessità del volo dei moscerini è invece “vitale”. La complessità del volo generata dai moscerini è fonte di sopravvivenza, è una complessità “amica”.
Dal punto di vista delle rane invece è una complessità “nemica”, alla quale devono reagire in qualche modo se vogliono sopravvivere. Infatti nel tempo le rane - che catturano le prede grazie alla loro lingua velocemente protesa verso gli insetti - hanno sviluppato una saliva appiccicosa che consente loro di aumentare la probabilità della cattura. All’azione di generazione di complessità del volo dei moscerini, le rane hanno risposto con una reazione generando una saliva complessa, vischiosa.
Nei processi co-evolutivi preda-predatore questo è un classico: la generazione e contro-generazione di complessità è la norma per aumentare la probabilità di sopravvivenza delle specie. Esiste quindi il lato “chiaro” della complessità, la complessità amica, quella generata per aumentare il proprio grado di sopravvivenza, ed esiste il lato “oscuro” della complessità, la complessità nemica, quella subita, all’interno della quale comunque è necessario adattarsi per sopravvivere.
La complessità nella società
Spostando l’attenzione sulla competizione non tra specie ma tra imprese, il concetto del lato chiaro e oscuro della complessità rimane comunque valido: l’impresa che crea un'innovazione aumenta le complessità del mercato, nel tentativo di mettere in difficoltà i suoi competitori.
Quindi specie viventi, uomini e organizzazioni sono agenti della complessità, nel senso che la generano continuamente per aumentare le loro probabilità di sopravvivenza. La complessità generata è amica (il lato chiaro della complessità) e il principio ordinatore è l’azione. Allo stesso tempo altre specie viventi, uomini e organizzazioni sono agenti nella complessità, nel senso che subiscono un aumento di complessità. La complessità incontrata è nemica (lato oscuro della complessità) e il principio ordinatore è la reazione, volta a realizzare degli adattamenti per mantenere elevate le loro probabilità di sopravvivenza.
Quello che comunque è evidente è che nel mondo la complessità aumenta sempre, figlia della continua evoluzione per la sopravvivenza.
Ringraziamo Alberto Felice De Toni per il contributo.
Le variabili che descrivono il lato chiaro e il lato oscuro della complessità sono quindi quattro (vedi figura):
- Soggetti agenti “della” complessità (moscerini) o soggetti agenti “nella” complessità (rane);
- Attività di “generazione” della complessità (discontinuità del volo) o di “adattamento” alla complessità (saliva vischiosa) la quale è una complessità di contrasto a quella generata;
- Principio di “azione” (quella dei moscerini) o principio di “reazione” (quella delle rane).
- Complessità “amica” o complessità “nemica” (in entrambi i casi: discontinuità del volo).
La semplicità è un valore. Ma l’evoluzione su basi competitive o cooperative – sia delle specie viventi che delle organizzazioni – comporta un aumento continuo di complessità. Complessità amica se generata o complessità nemica se subita. In entrambi i casi dobbiamo imparare a crearla o a navigarla. Nella complessità si sopravvive. Sia nel lato chiaro che nel lato oscuro. Moscerini e rane ce lo insegnano.