La Bce e la sfida del nuovo Euro digitale
La Banca centrale europea a ottobre ha annunciato l’introduzione della moneta unica digitale, lanciando una consultazione pubblica. Ecco quali sono i vantaggi e i potenziali rischi
L’Euro digitale è in arrivo. Per la prima volta, il 2 ottobre del 2020 la Banca centrale europea ha espresso in maniera formale il suo interesse per la creazione di un moneta unica digitale in un rapporto firmato dalla presidente Christine Lagarde e da Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo dell’Eurotower.
L’operazione è molto complessa. In vari Paesi europei si stanno portando avanti dei test per verificare la fattibilità. Mentre si preparano anche i sistemi di instant payment, cioè di pagamenti istantanei con disponibilità immediata dei fondi trasferiti, che dovrebbero entrare in funzione entro la fine del 2021.
Che cos’è l’Euro digitale
In un articolo apparso sul Corriere della sera, Panetta spiega come la Bce si sta preparando a emettere l’Euro digitale. In quanto emittenti della moneta, le banche centrali nazionali stanno di fatto sperimentando la possibilità di “stampare” una moneta sotto forma elettronica avente corso legale e in grado di ispirare lo stesso grado di fiducia delle forme tradizionali – dice Panetta.
Quello che la Bce suggerisce, spiega sul Sole 24 Ore Vincenzo Di Nicola, co-ceo di Conio, è la creazione e l’uso di un vero denaro contante, ma in forma digitale, custodito direttamente dai cittadini e non più dalle banche. Un po’ come se le banconote dei nostri portafogli si tramutassero in bit salvati sullo smartphone o sul computer: un “cambio epocale”.
L’Euro digitale affiancherebbe quindi il contante, senza sostituirlo, ma permetterebbe ai cittadini una scelta più ampia e un facile accesso ai mezzi di pagamento.
I vantaggi
Secondo il rapporto della Bce, l’emissione di un Euro digitale sarebbe necessaria in diversi scenari. Ad esempio, se i cittadini diventassero riluttanti a utilizzare il contante. O se eventi estremi – come le calamità naturali o le pandemie, appunto – rendessero inutilizzabili altri mezzi di pagamento. Uno strumento del genere, tra l’altro, sarebbe molto utile a limitare il contagio.
C’è poi l’aspetto dei costi delle transazioni, che potrebbero essere ridotti o addirittura annullati. Favorendo tra l’altro l’inclusione finanziaria: non avendo bisogno di un conto corrente, chiunque può accedere alla moneta digitale. Oltre che la tutela finanziaria: senza soldi depositati in banca, il cittadino non sarebbe più esposto ai fallimenti delle banche.
E in caso di erogazione di bonus o sussidi, anche lo Stato ne sarebbe avvantaggiato. Senza dimenticare l’impatto ambientale ridotto.
I rischi
Ma ci sono anche i rischi. A partire dalla privacy, che va tenuta sotto controllo. Fino alla riduzione dei volumi di denaro depositati nelle banche, che comporterebbe a sua volta una diminuzione della capacità di prestare denaro, oltre che una riduzione dei ricavi degli istituti di credito.
Il cittadino ha il totale controllo del proprio denaro digitale sul proprio dispositivo, con tutti i rischi che questo comporta in caso di perdita o furto.
Le altre monete digitali
La decisione della Bce è anche e soprattutto una mossa difensiva nei confronti di monete digitali emesse da enti privati o da Stati stranieri. In particolare, Facebook ha creato Libra nel giugno 2019. E la Cina da tempo è al lavoro sul Dcep, ovvero lo yuan digitale nazionale.
Stare alla finestra e guardare come il digitale sta rivoluzionando il mondo dei pagamenti e, in generale della finanza, vorrebbe dire per l’Europa rimanere all’ultimo posto della fila.
Oggi, la quantità di banconote in circolazione nell’area euro ammonta a circa 3mila euro pro capite, per un totale di 1.200 miliardi. Si ipotizza – scrivono gli economisti Mario Lettieri e Paolo Raimondi – una cifra simile di Euro digitali che la Bce potrebbe mettere a disposizione, soltanto come mezzo di pagamento, praticamente a costo zero.
Cosa accadrà
Il 12 ottobre Fabio Panetta ha annunciato una consultazione pubblica sull’Euro digitale, invitando cittadini, imprese, accademie e associazioni a fornire commenti e suggerimenti.
Nella consultazione pubblica, la Bce chiede anche quale approccio sia da preferire: quello senza intermediari, o quello con intermediari. Sono strade completamente diverse: è quindi ancora presto per dire come effettivamente prenderà forma l’Euro digitale. Ma la strada ormai è tracciata.