L’intelligenza emotiva necessaria per guidare l’innovazione tecnologica
Anche se il mondo abbraccia sempre più rapidamente tecnologie complesse come l’intelligenza artificiale, è ancora la connessione umana che attira la nostra attenzione. Il caso della sonda Perseverance della Nasa lo dimostra
Lo scorso febbraio, il mondo ha assistito con meraviglia all’atterraggio del rover Perseverance della Nasa sulla superficie di Marte. La tecnologia era, ovviamente, sbalorditiva. Ma ciò che ha davvero affascinato il pubblico globale è stato il video ripreso da un paio di telecamere da smartphone collegate al modulo di atterraggio. L’idea è venuta dal vicedirettore del programma della Nasa, Matt Wallace, dopo che sua figlia gli ha mostrato un video che ha realizzato attaccandosi una telecamera addosso mentre faceva ginnastica. Con questa semplice idea, Wallace ha aiutato la Nasa ad affascinare e ispirare l’umanità.
È da questa storia che parte la Mit Technology Review per dire che l’innovazione tecnologica per essere davvero efficace deve essere guidata dall’intelligenza emotiva. L’EQ, il quoziente emozionale, deve contare insomma tanto quanto il QI, il quoziente intellettivo. Anche se il mondo abbraccia sempre più rapidamente tecnologie complesse come l’intelligenza artificiale, è ancora la connessione umana che attira la nostra attenzione e rende l’innovazione un progetto realmente collettivo.
In un mondo che vive gran parte delle sue attività sul piano digitale, è fondamentale continuare a creare prodotti tecnologici e a guidare le persone anche nel mondo analogico. Coloro che capiscono questo, a partire dalle aziende grandi o piccole, ispireranno e guideranno in modo più efficace il loro personale, soddisferanno i loro clienti e produrranno maggiore innovazione.
Intelligenza emotiva applicata
L’intelligenza emotiva è un concetto sviluppato dalla psicologia negli anni Novanta da Peter Salovey e John Mayer. Il giornalista Daniel Goleman, poi, ha perfezionato e reso popolare l’idea nei suoi libri. Le caratteristiche dell’intelligenza emotiva, secondo Goleman, sono cinque: 1. consapevolezza di sé: riconoscere e comprendere le proprie emozioni e il modo in cui influenzano gli altri; 2. autoregolamentazione: controllare i propri impulsi e stati d’animo, fermandosi a pensare prima di agire; 3. motivazione interna: essere guidati da qualcosa di diverso dalle ricompense in denaro; 4. empatia: capire come si sentono le altre persone; 5. abilità sociali: saper costruire e gestire buone relazioni.
Secondo un sondaggio condotto dall’Harvard Business Review Analytic Services, oggi l’EQ è sempre più riconosciuto come un vantaggio competitivo nel business. Le organizzazioni che mostrano alti livelli di intelligenza emotiva ottengono infatti migliori performance di innovazione, registrando maggiori livelli di creatività, produttività e coinvolgimento dei dipendenti, oltre che risultati più elevati di fidelizzazione dei clienti. Chi invece non investe in intelligenza emotiva, ottiene performance scarse e bassa produttività.
E con la crisi dovuta alla pandemia, che ha premuto l’acceleratore sulla trasformazione digitale, l’EQ è diventato ancora più importante per chi guida le aziende.
Dallo spazio alla Terra
L’atterraggio di Perseverance della Nasa esemplifica l’applicazione dell’EQ a diversi livelli. La complessa tecnologia che è stata applicata per atterrare sul pianeta rosso è infatto il frutto non solo del lavoro degli scienziati scienziati della Nasa, ma anche di diverse piccole imprese statunitensi identificate e finanziate attraverso due programmi (Small Business Innovation Research e Small Business Technology Transfer), che assegnano circa 200 milioni di dollari all’anno per fare ricerca e sviluppo nella tecnologia per la Nasa.
Gynelle Steele, vice direttrice di questi programmi , spiega che l’EQ è fondamentale per il suo lavoro a diversi livelli, dal modo in cui guida il suo staff al coordinamento dei programmi di sostegno alle piccole imprese. Così come Wallace ha messo le fotocamere degli smartphone sul Perseverance, Steele e il suo staff cercano di rimanere aperti a nuove idee e prospettive. “Un modo sicuro per soffocare l’innovazione è non avere la maturità emotiva per riconoscere che l’innovazione e la creatività possono provenire da molte fonti”, dice Steele. “La nostra agenzia ha beneficiato enormemente dell’apporto di istituti di ricerca, grandi imprese, piccole imprese e singoli collaboratori. La capacità di riconoscere le fonti di innovazione, riunendole poi in un unico sistema, è una grande capacità che bisogna avere per fare innovazione”.
Per questo programma, che si articola in tre missioni, la Nasa collabora anche con l’Esa, l’agenzia spaziale europea. E pure l’industria italiana sarà presente, fabbricando ad esempio i bracci meccanici del veicolo che dovrà raccogliere i campioni selezionati da Perseverance.
Integrare questi contributi provenienti da più parti nel più ampio progetto della Nasa è come dirigere un’orchestra in una sinfonia. E il risultato finale è quello che ha tenuto incollata allo schermo l’intera umanità. Che ci ha fatto sentire ispirati, sperimentando una motivazione ultima superiore. Come degli esploratori che superano insieme i confini terrestri.
Certo, la Nasa sia l’esempio più alto e ispirazionale. Ma l’EQ è altrettanto importante nell’innovazione sulla Terra, assicurano dalla Mit Technology Review. In ogni singola azienda e organizzazione. Provare per credere.