Il costo dello stress per le aziende
L’80% dei datori di lavoro americani riferisce che l’insicurezza economica generata dalla pandemia sta riducendo il livello di prestazioni dei propri dipendenti, con un costo annuo di quasi 500 miliardi di dollari
Incertezza, insicurezza, crisi economica. La pandemia da Covid-19 ha reso evidente quanto sia centrale creare un ambiente di lavoro più “umano” per sostenere il benessere, economico e psicofisico, dei dipendenti. La distanza a cui il virus ha costretto i lavoratori ha fatto emergere, per paradosso, l’importanza di investire sul wellbeing aziendale. Anche nell’ottica di migliorare efficienza e produttività.
Come spiega Forbes, quando i dipendenti sono preoccupati per la sicurezza del lavoro, del rischio di licenziamento o della insostenibilità delle spese familiari, il benessere generale si riduce. Il che può generare altri problemi di salute, con effetti anche sulle prestazioni sul posto di lavoro.
La giusta paga
Esiste un rapporto diretto tra il benessere economico dei dipendenti e la resa sul luogo di lavoro. Secondo la Society for Human Resource Management, l’80 per cento dei datori di lavoro americani riferisce che l’insicurezza economica generata dalla pandemia sta riducendo non a caso il livello di prestazioni dei propri dipendenti. In un anno, il costo calcolato è di quasi 500 miliardi di dollari. Le preoccupazioni sulla capacità di riuscire a pagare i mutui per la casa o i debiti contratti generano stress e ansia, con conseguenze sulla fiducia in sé stessi e sulle prestazioni lavorative.
Qual è la soluzione? La prima responsabilità di un’azienda è garantire che gli stipendi dei dipendenti siano pari o superiori ai benchmark del settore, tenendo il passo con l’inflazione e fornendo percorsi di promozione e mobilità verso l’alto.
Susan Morgan Bailey, Vice President of Culture and Wellbeing presso March & McLennen Agency, ha recentemente pubblicato sull’American Journal of Health Promotion un articolo dal titolo “Financial Well-Being: An Opportunity to Have Profound Impact With Solutions That Match Needs”, evidenziando come non concentrarsi sul benessere finanziario dei dipendenti finisca per danneggiare l’azienda stessa.
In poche parole, non affrontando le preoccupazioni finanziarie dei dipendenti, la produttività diminuisce e il denaro viene “drenato” direttamente dall’azienda perché il morale dell’ufficio si abbassa, mentre l’assenteismo e il turnover aumentano. Per avere un impatto positivo sulle prestazioni, è fondamentale invece che l'azienda favorisca il successo in ogni aspetto della vita dei propri dipendenti. E le loro finanze sono la base di partenza.
Benessere economico e salute
Bailey ha anche spiegato quale ruolo gioca la mancanza di benessere economico nella salute dei lavoratori. Lo stress cronico ha un impatto sulla salute fisica, sociale, mentale ed emotiva. Non a caso, gli americani classificano comunemente la preoccupazione per il denaro come la principale fonte di stress. Ed è stato riscontrato che i salari bassi sono legati a una maggiore prevalenza di obesità, che a sua volta favorisce l’assenteismo sul luogo di lavoro.
È un cane che si morde la coda, insomma: la scarsità di risorse finanziarie ha un impatto significativo sul funzionamento cognitivo e sulla capacità di risoluzione dei problemi, perché è necessaria una maggiore pianificazione per determinare come allocare fondi limitati.
Non solo. La preoccupazione per le questioni finanziarie, oltre allo stress mentale, complica l’accesso a trasporti sicuri o ai servizi di custodia dei bambini, complicando ulteriormente la vita dei lavoratori. Focalizzarsi sulle strategie di benessere significa quindi non solo garantire salari decenti, ma anche fornire soluzioni per l’assistenza all’infanzia e agli anziani, accesso ai trasporti e orari flessibili che aiutino a conciliare vita e lavoro.
Nuovi manager
“La cattiva gestione dello stress è un fattore di rischio in tutto il mondo. Per questo i datori di lavoro dovrebbero garantire che i programmi di benessere affrontino tutti gli aspetti: fisico, mentale, emotivo, sociale e finanziario”, spiega Stephanie Pronk, vicepresidente senior e leader del team Health Transformation di Aon. “Creare il giusto ambiente e il supporto per il benessere dei dipendenti sarà un passo fondamentale nel percorso verso la costruzione di una forza lavoro resiliente”.
Molte organizzazioni, a dir la verità, stanno iniziando a concentrarsi sul benessere dei propri lavoratori, facendo emergere nuovi stili di leadership più empatici e aperti all’ascolto dei nuovi bisogno. Anche perché sempre più le nuove generazioni di lavoratori, nella scelta delle aziende per cui lavorare, elencano la possibilità di conciliazione tra vita e lavoro tra le priorità. E questa non può che partire da una paga giusta. In caso contrario, gli impatti potrebbero essere dannosi, sia in termini di morale dei dipendenti, ma anche per i risultati aziendali.
Lo psicologo Abraham Maslow ha spiegato d’altronde che la prosperità umana dipende dal soddisfacimento dei bisogni fondamentali: cibo, acqua, riparo e riposo. Solo quando si ha la capacità di acquistare cibo, permettersi un alloggio e avere del tempo libero dal lavoro ci si può impegnare al massimo in interessi di ordine superiore. Per cui stipendi soddisfacenti, turni di lavoro gestibili e flessibili e un ambiente sereno favoriscono l’impegno in azienda. E, di conseguenza, anche i bilanci aziendali.