I vantaggi dello storytelling come metodo didattico
Può lo Storytelling essere insegnato a scuola? E se sì, che risultati può dare? Leggi l'articolo per scoprire i vantaggi dell'apprendimento di questa materia.
L’applicazione dello storytelling nella didattica ormai da molte parti viene considerata come una necessità in diversi contesti formativi, soprattutto nella prospettiva del life-long learning. Il metodo narrativo nell’insegnamento è in un certo senso un modo per “umanizzare” un mondo fatto di informazioni, dati, immagini e algoritmi, che consente anche di rendere più dinamico l’apprendimento.
I vantaggi, in realtà, sono noti da anni. Ma proprio nell’epoca digitale, mentre le tecnologie più innovative cambiano di giorno in giorno le nostre vite, l’arte di raccontare storie viene sempre più valorizzata nella didattica nell’ottica di permettere agli studenti di costruire autonomamente il proprio percorso di formazione tramite l’uso di formati differenti.
I vantaggi
Come racconta Zoomscuola, nelle classi in cui si usa lo storytelling sono stati registrati considerevoli miglioramenti nella capacità di apprendere e di ricordare. Inoltre gli studenti imparano divertendosi, per cui si accostano volentieri a questo metodo.
Gli studenti vengono guidati a selezionare le informazioni in modo ordinato e a creare una formula narrativa ex novo, seguendo delle regole e sviluppando così creatività, capacità di scrittura e di espressione orale, abilità tecnologiche e sensibilità artistica. Tutte soft skill che oggi sono ritenute centrali anche nei programmi europei sulla formazione.
Non solo. Tramite questa modalità, vengono anche messi in gioco anche i reciproci ruoli tra insegnante e studente, non più basati sull’autoritarismo e sulla trasmissione unidirezionale della conoscenza. Favorendo così la formazione dell’identità dello studente e la scoperta delle proprie passioni, tramite il confronto con gli altri compagni di classe.
Il classico percorso didattico “verticale” infatti ha sempre meno da dire in un’epoca interattiva e multidisciplinare nata sotto il segno della contaminazione e della mediazione di contenuti e saperi – spiegano da Orizzontescuola. Viviamo in un’epoca nella quale è difficile pensare che l’unico detentore delle informazioni e delle dinamiche valutative sia l’insegnante e, viceversa, gli studenti che siano solo dei “soggetti passivi” che ricevono informazioni. Tramite lo storytelling, insegnanti e giovani diventano parte attiva di una “rete di conoscenza”. Molto più simile al mondo al di fuori delle aule scolastiche.
Digital storytelling
La narrazione realizzata tramite gli strumenti digitali (web o app) può ovviamente ampliare il bacino dei contenuti da usare, selezionandoli dalla Rete in un contesto coerente che si regge sull’uso di formati diversi, dai video alle mappe. Gli alunni possono così adoperare le proprie esperienze e la propria creatività per realizzare dei prodotti multimediali.
Internet è ormai parte integrante della vita quotidiana dei ragazzi come strumento di ricerca e comunicazione, per cui per loro – nativi digitali – lo storytelling diventa un metodo più agevole rispetto alla classica lettura del libro in classe. Con la possibilità di connettere informazioni che spesso appaiono slegate, generando così processi di tipo interpretativo e correlazioni semantiche per leggere la realtà.
Si tratta dunque di un metodo facilitatore, piacevole e coinvolgente, che agevola anche la conoscenza d’informazioni disciplinari non semplici da comprendere pienamente. Aprendo una finestra verso quel mondo esterno che spesso risulta troppo slegato e lontano dalla scuola. Con effetti positivi riscontrati anche per gli studenti con bisogni educativi speciali e disabilità.
In Rete, sono disponibili diverse app associate allo storytelling, attraverso le quali i ragazzi possono creare storie tramite immagini, video e testi, anche interattivi. Spesso vengono forniti veri e propri template per velocizzare il processo di produzione delle storie. E alcuni di questi software permettono pure di realizzare degli ebook sulla base dei contenuti inseriti per la storia.
Lo studente viene così messo in primo piano nel suo procedimento d’apprendimento, con strumenti che gli sono pienamente familiari. E che passano così a pieno titolo dal contesto della vita extrascolastica a quella scolastica in una nuova veste che rende i giovani anche più consapevoli del valore delle tecnologie per la conoscenza.