Documentario naturalistico, la guida per realizzarlo al meglio
Il documentario naturalistico è un buon mezzo per far conoscere il mondo e sensibilizzare i telespettatori sulle tematiche ambientali. Ecco i suoi segreti.
Ultimamente la natura sta chiedendo aiuto all’uomo lanciando dei segnali evidenti. Le cattive abitudini, l’inquinamento e la deforestazione hanno creato danni al clima e agli ecosistemi. Le forze politiche stanno cercando di trovare delle soluzioni ecologiche, che possano garantire sia lo sviluppo economico dei paesi, sia la salvaguardia dell’ambiente. Eppure questo non può bastare: tutte le grandi rivoluzioni partono dal basso e ognuno ha il dovere di fare la sua parte, anche con piccoli gesti, come aderire alla raccolta differenziata. È importante amare il mondo e per farlo bisogna prima conoscerlo. I documentari naturalistici mostrano ai telespettatori luoghi e civiltà e li aiutano a sviluppare una certa sensibilità sulle tematiche ambientali.
Modelli e nuove opportunità
Abbiamo a disposizione molti esempi eccellenti, come i documentari della National Geographic, da sempre impegnata nella divulgazione scientifica. I loro prodotti sono curati nei minimi dettagli, con immagini ricercate, vivide e racconti sbalorditivi. Vien da sé che per realizzare un documentario naturalistico di questo genere è necessario avere una grossa casa di produzione alle spalle e un’equipe altamente specializzata. La mancanza di esperienza e di finanziamenti, però, non deve bloccare in alcun modo l’aspirante documentarista. La diffusione di internet e delle piattaforme streaming ha ravvivato recentemente l’interesse dei telespettatori per il genere e dimostrato che è possibile fare un buon prodotto anche con pochi mezzi. FEdu ha pensato a un corso per rispondere a tutte le domande di un neo-documentarista: 12 incontri (virtuali più uno in presenza), in cui professionisti del settore mostreranno tutti i passaggi per produrre un documentario pronto per essere messo sul mercato.
Documentari sulla natura, breve manuale
Chi vuole realizzare un documentario naturalistico deve tenere a mente poche semplici regole.
Il primo passo per girare un buon documentario sarà sempre quello di trovare un’idea avvincente, qualcosa che stupisca gli spettatori, che abbia magari a che fare con la quotidianità. Si potrebbe quindi scegliere una storia a chilometro zero, senza spendere tanti soldi in viaggi avventurosi e oltreoceano. Per arrivare all’idea giusta, sarà sempre utile studiare prima il mercato di riferimento, capire quali argomenti meritano di essere ancora approfonditi.
Il secondo passo sarà quello di fissare il budget a disposizione e trovare un finanziatore. Per un documentarista inesperto sarà più complicato ma non impossibile. In questo caso “l’impresa vale la spesa”, perché i vantaggi di avere una casa di produzione, una tv o un privato alle spalle sono tantissimi.
Prima di iniziare le riprese, bisogna capire lo scopo della narrazione, studiare l’argomento, stilare una scaletta. Questo aiuterà a capire quale materiale raccogliere ai fini del racconto e come distribuirlo.
Sembrerà banale, ma per fare un documentario sulla natura bisogna amarla e desiderare un mondo migliore. Come diceva anche lo scrittore e giornalista americano Ernest Hemingway (1899-1961): “La Terra è un bel posto e vale la pena lottare per lei”. Fare luce su un problema con un documentario e impegnarsi per farlo conoscere a un pubblico vasto potrebbe essere un primo passo.
Attenzione a immagini e linguaggio
Nei documentari sulla natura o sui viaggi le immagini hanno un ruolo importantissimo, perché devono far immergere lo spettatore nella storia. I particolari sono sempre ricercati e vividi. In alcun modo, però, “ricercato” è sinonimo di “costoso”. Anche se non si hanno a disposizione i mezzi di una grande casa di produzione, è possibile fare un buon lavoro. Serve una valida telecamera, meglio se compatta per facilitare le riprese, e qualcuno che sappia usarla e abbia delle conoscenze almeno basilari di fotografia. In post-produzione, entrerà in gioco il montaggio video per dare forma e ritmo alla narrazione.
Chi curerà lo storytelling dovrà usare un linguaggio semplice, anche quando si spiegano argomenti difficili, come quelli tecnico-scientifici. Secondo il famoso regista americano Michael Moore, il primo trucco per fare un buon documentario è quello di realizzare un film, cioè un prodotto che informi e intrattenga gli spettatori contemporaneamente. Questa regola è sempre valida e ritorna particolarmente utile per realizzare un documentario naturalistico, in cui la trattazione di argomenti complessi potrebbe indurre il documentarista alle prime armi a perdersi in noiosissime lezioni accademiche, perdendo l’attenzione del pubblico dopo i primi minuti.