Qual la differenza tra Recovery Fund e Recovery Plan
Cos’è il Recovery Fund, come funziona e qual è il rapporto con il programma Next Generation EU e quali le differenze con il Recovery Plan.
Con la pandemia di COVID-19 le economie degli Stati europei sono state messe alla prova come mai era avvenuto prima. L'emergenza di sanità pubblica si è rapidamente trasformata in quella che il Consiglio europeo ha definito la crisi economica più grave della storia dell'UE.
Per far fronte alla crisi e sostenere gli Stati membri, i leader dell'Unione Europea hanno deciso di lavorare alla creazione di un fondo per la ripresa.
Di questo fondo se ne parla ormai da un anno, a volte però sovrapponendo definizioni e competenze.
In particolare, spesso è difficile distinguere qual è la differenza tra Recovery Fund e Recovery Plan.
Recovery Fund, il programma per sostenere gli stati UE
Quello che la sintesi giornalistica chiama “Recovery Fund”, è la traduzione economica del programma stilato dall’UE per sostenere la ripresa degli Stati membri. In realtà, questa nomenclatura sottende la ben più ampia strategia del programma Next Generation Eu. Tuttavia, il Next Generation EU è l’evoluzione dell’iniziale progetto di un fondo di ripresa (da qui la dicitura rimasta invariata “Recovery Fund”).
Il programma Next Generation EU si articola in un dispositivo principale, noto come Recovery and resilience facility (RRF) che rappresenta il 90% dell’importo, e una serie di fondi ulteriori che compongono il restante 10%, di cui il più importante è il React-Eu.
Come funziona il Recovery Fund
Secondo quando diffuso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ai fondi di coesione del bilancio comunitario, che sostengono lo sviluppo delle aree meno avanzate dell’Unione e che nel complesso tendono a favorire gli Stati membri con livelli di reddito nazionale pro capite inferiori alla media, il Next Generation EU, e in particolare la Recovery and resilience facility, aggiunge un meccanismo che sostiene in particolare i Paesi che si trovavano in condizioni più svantaggiate a livello occupazionale prima che esplodesse la crisi da Covid-19 e che quindi potevano risultare più vulnerabili.
Grazie a tale meccanismo, l’Italia e altri Paesi duramente colpiti dall’epidemia riceveranno un flusso di risorse di grande rilievo, che contribuirà a riequilibrare i livelli di reddito e occupazione all’interno dell’Unione nei prossimi anni.
Le risorse del Next Generation EU dovranno servire per incrementare negli Stati membri gli investimenti pubblici, il rilancio dell’istruzione, la formazione e la ricerca, le infrastrutture, il sostegno agli investimenti privati - soprattutto nel campo dell’innovazione e della sostenibilità.
Recovery Plan o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Con l’espressione Recovery Plan si intende invece la visione strategica, ossia il progetto che ogni Stato membro stila per l’utilizzo delle somme stanziate nel cosiddetto Recovery Fund.
Quindi il Recovery plan o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il documento che illustra le proposte di allocazione delle risorse derivanti dal Next Generation EU.
Nel corso del 2021, infatti, gli Stati membri hanno presentato piani nazionali in cui definiscono il loro programma di riforme e investimenti fino al 2026.
Per l’approvazione del piano gli Stati sono stati invitati a stabilire un pacchetto coerente di progetti in sei settori:
transizione verde
trasformazione digitale
occupazione e crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
coesione sociale e territoriale
salute e resilienza
politiche per la prossima generazione, comprese istruzione e competenze.
I piani saranno riesaminati e adattati, se necessario, nel 2022 per tenere conto della ripartizione definitiva dei fondi per il 2023.
In ogni caso l’erogazione delle somme avverrà con cadenza semestrale, al fine di consentire alle istituzioni europee il monitoraggio dell’effettivo utilizzo delle risorse secondo quanto stabilito nel PNRR.