Da a Stem a Steam: le competenze del futuro tra scienza e creatività
Scopri tutto quello che devi sapere sull’acronimo che mette in risalto l’importanza del pensiero critico e della creatività.
Da alcuni anni sentiamo parlare dell’importanza delle competenze STEM, acronimo che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics. Vi ha fatto riferimento anche il Premier Mario Draghi nel corso del discorso programmatico pronunciato prima di ottenere la fiducia al Senato, affermando che l’Italia investirà “economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese”. Ambiti che possono essere racchiusi in tre competenze chiave: digitale, tecnologia e ambiente.
Lauree STEM e occupazione
Eppure, nonostante gli sforzi, la strada da fare è ancora lunga. Secondo i dati forniti da Il Sole 24 Ore, nel nostro Paese sono in aumento le iscrizioni ai corsi di laurea tecnico-scientifici, ma la crescita è ancora troppo lenta, soprattutto tra le donne. In termini percentuali, nella fascia d’età 25-34 anni solo il 24,7% dei laureati ha frequentato corsi STEM (il 16,2% tra le ragazze) a fronte del 26,8% della Francia, del 27,5% della Spagna e del 32,2 della Germania.
Incrementare queste percentuali sarà fondamentale, soprattutto se si tiene conto del fatto che, in base a un’indagine effettuata da Almalaurea, a cinque anni di distanza dalla laurea, il 90,3% dei soggetti in possesso di un titolo STEM non solo trova lavoro, ma ha anche uno stipendio più alto della media (1.642 euro a fronte dei 1.443 euro degli altri).
Da STEM A STEAM
Con il passare del tempo ci si è resi conto che forse l’educazione STEM non basta più. Occorre un qualcosa in più, un ulteriore ambito che consenta ai giovani di prepararsi ad entrare in un mercato del lavoro che mai come in questo periodo è chiamato ad affrontare una vera rivoluzione per superare gli effetti della crisi Covid. Da STEM siamo dunque passati a STEAM, con l’aggiunta di una “A” che sta per “Arti” e indica il bisogno di coltivare il pensiero critico e la creatività per far sì che tutte le altre discipline prendano vita, per risolvere i problemi, per connettere tra loro principi e regole, per valutare in maniera innovativa le informazioni. Tutto ciò in una sola lettera.
“Immagina un architetto, usa ingegneria, matematica, tecnologia, scienza e arte per creare edifici e strutture sbalorditivi”, sottolinea Orizzonte Scuola, spiegando che “la componente chiave di STEM e STEAM è l’integrazione. Invece di insegnare discipline in silos di materie indipendenti, le lezioni sono a tutto tondo, basate su progetti e indagini, con un focus sull’apprendimento interdisciplinare”. Lo studio per “compartimenti stagni” viene dunque sostituito dalla contaminazione, dall’intreccio, dalla commistione di saperi e pratiche allo scopo di dotare gli studenti e i lavoratori di competenze che saranno utili in un mondo del lavoro fondato sull’interdisciplinarità.
Il Liceo STEAM
Un primo esperimento per potenziare l’apprendimento di queste discipline ancor prima dell’Università è stato fatto a Bologna, Rovereto e Parma, città in cui sorge il Liceo STEAM International, una scuola in cui “la modalità didattica e i tempi di studio-lavoro sono profondamente rivisitati. Gli insegnamenti alternano studio e attività pratiche e favoriscono uno stretto confronto con aziende e mondo produttivo, sfidando costantemente gli studenti ad un approccio problem-solving, per valorizzare la loro crescita a tutti i livelli”, si legge nel sito. Lo scopo è quello di proporre agli studenti un percorso di studio capace di prepararli ad “affrontare le sfide dell’odierna società complessa globale con una preparazione competitiva” che mescola le discipline umanistiche, il sapere scientifico con “l’uso intelligente ed etico delle tecnologie”.
Il genio di Riccardo Zangelmi
A cosa porta l'educazione Steam? A sublimare la propria creatività, a mescolare arte, scienza e ingegneria, “inventandosi un lavoro” che nessun altro è in grado di fare. Tutte queste caratteristiche le ritroviamo in Riccardo Zangelmi, 40enne di Reggio Emilia a cui la Nasa ha commissionato una scultura fatta di Lego che rappresenta una copia in scala 1:2 del rover Perseverance atterrato su Marte lo scorso febbraio. Gli Usa hanno regalato l’opera al Governo marocchino per celebrare i 200 anni dalla prima missione diplomatica degli Stati Uniti in Marocco. “Sono un costruttore certificato Lego, uno dei 16 a livello mondiale”, ha raccontato Zangelmi al Corriere della Sera. Da piccolo i celebri mattoncini danesi erano la semplice passione di un bambino, ma nel 2015 sono diventati il suo lavoro. “Quando mi sono lanciato in questa avventura, era il garage la mia officina. Poi, una volta diventato partner di Lego, sono cresciuto. Oggi ho uno studio di 500 metri quadri e 4 collaboratori, di età compresa tra i 20 ai 43 anni: largo ai giovani”, ha spiegato l’imprenditore parlando della sua startup che realizza opere in Lego su commissione per privati e aziende.