Cultura e creatività tra i pilastri italiani (ed europei) della ripartenza
Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è prevista una Soprintendenza speciale con 35 nuove figure. Mentre l’Ue si appresta a lanciare una Kic per la produzione culturale e creativa, messa allo stesso livello di green e digitale
Una nuova Soprintendenza speciale e quattro musei nuovi di zecca. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha come assi portanti la transizione digitale e quella ecologica, punta anche sul mondo della cultura come volano per il rilancio del Paese, all’interno della nuova strategia europea che vede la produzione culturale e creativa come comparto cruciale per la ripartenza post-Covid. Non a caso, l’Ue si appresta a lanciare una Kic, Knowledge and Innovation Community, per il settore culturale, riconoscendone l’impatto economico e sociale.
Il Pnrr e la Soprintendenza speciale
I fondi destinati al comparto turistico e culturale nel Recovery Plan italiano ammontano a oltre 6 miliardi. E la principale novità del piano è la Soprintendenza speciale Pnrr, che avrà da un lato la funzione di accelerare le grandi opere previste dal piano e dall’altro di garantire il massimo rispetto della tutela del paesaggio del patrimonio culturale italiano. In pratica, una soprintendenza unica nazionale che si occuperà delle autorizzazioni. E che per questo richiederà nuove figure tecniche al suo interno.
La struttura resterà operativa fino al 31 dicembre 2026, ovvero fino alla deadline indicata nel Next Generation Eu per la “messa a terra” dei progetti. E sarà affidata ad interim alla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del ministero della Cultura (Mic). Per rendere operativa la struttura, il ministero guidato da Dario Franceschini sta cercando ora 35 figure professionali ad hoc: cinque archeologi, 20 architetti, quattro giuristi e sei ingegneri, con il compito di lavorare nella segreteria tecnica della nuova Soprintendenza per 36 mesi. Per partecipare al bando, bisogna inviare la propria candidatura entro il 6 agosto 2021.
Quattro nuovi musei
Con lo stesso decreto con cui è stata istituita la Soprintendenza speciale, è stata approvata anche l’istituzione di quattro nuovi musei: il Museo dell’Arte digitale, il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, il Parco archeologico di Sepino e la Pinacoteca Nazionale di Siena.
La novità assoluta è costituita dal Museo dell’Arte Digitale, che sarà dedicato alla produzione e presentazione di contenuti digitali: nell’idea di Franceschini, si tratta di un istituto al quale affidare “un ruolo strategico nelle scenario culturale contemporaneo, sempre più digitalizzato, connesso e globalizzato, in cui la stessa nozione di opera e di pubblico va inevitabilmente evolvendo”. Non si conosce ancora la città in cui sorgerà, ma il ministro ha fatto sapere che si aspetta che i sindaci si facciano avanti con delle proposte.
Una Kic per la cultura
E la visione del ministero della Cultura italiano rientra appieno nella strategia europea per la cultura. L’Ue si appresta infatti a lanciare una Kic riguardante il settore. Le Kic, Knowledge and Innovation Community, sono ecosistemi di innovazione istituiti dall’Europa per promuovere la creazione di nuove competenze imprenditoriali e nuove imprese in settori strategici. Oggi esistono otto Kic nel Continente: digitale, clima, alimentazione, salute, energia, manifattura, mobilità, materie prime.
Per il programma 2021-2027, le Kic diventeranno presto dieci. E una sarà dedicata alle industrie culturali e creative, ponendo la produzione culturale al centro della ricostruzione economica e sociale post-pandemica. “La scelta di mettere la produzione culturale sullo stesso livello di settori come clima ed energia non è stata facile: non a caso la gestazione politica è stata lunga e complessa, e ha visto l’Italia in prima linea”, spiega Il Sole 24 Ore. Un’accelerazione significativa è stata prodotta dal successo dell’Anno europeo del Patrimonio culturale 2018, nel corso del quale si era riscontrato quanto la cultura fosse capace di attirare attenzione dai settori produttivi e di policy più svariati.
La Nuova agenda europea della Cultura ha aperto una nuova prospettiva nella quale alla cultura non si riconosce più soltanto un interesse dal punto di vista economico, soprattutto in termini della quota del Pil prodotta dai settori culturali e creativi e dei rispettivi posti di lavoro, ma anche dal punto di vista dell’impatto sociale.
La Kic, con una roadmap già tracciata, verrà assegnata al consorzio che sarà in grado di esprimere la migliore capacità progettuale, oltre che garanzie di sostenibilità economica. Per il nostro Paese, questa occasione rappresenta un passaggio imprescindibile per liberare finalmente le potenzialità di sviluppo legate alla cultura. Oggi più che mai indispensabili per la ripresa.