Come sviluppare il senso dell'umorismo
Come far ridere di gusto: le tecniche del buon umorista e i vantaggi della risata sulla salute dell’uomo.
“Ridi che ti passa”. Quante volte, in un nostro momento di difficoltà, ci siamo sentiti dire questa frase? Effettivamente la risata ha un potere catartico ed è in grado di migliorare anche la giornata più pesante. Chi ha senso dell’umorismo sa cogliere il lato positivo di ogni situazione, alleviare il suo dolore o quello altrui, sdrammatizzare situazioni di puro imbarazzo e tensione, condurre l’altro a riflessioni profonde.
Ridere e far ridere è un dono preziosissimo, ma non per forza innato: tutti possono diventare comici e umoristi e sorridere con intelligenza, senza cadere nella trappola delle offese e della volgarità. Purtroppo i confini tra l’umorismo e la derisione sono più labili di quanto ci si aspetti, e l’umorista alle prime armi potrebbe sbagliare, ottenendo così l’effetto opposto da quello desiderato, cioè provocando negli altri tristezza, vergogna o rabbia. Come si fa, quindi, a ridere con gli altri, senza ferire la loro sensibilità? Scopriamolo in cinque passaggi.
Ridere e i suoi vantaggi
Innanzitutto è giusto comprendere perché ridere e far ridere può migliorare la vita. La risata porta enormi benefici alla salute: riduce lo stress perché libera gli ormoni del benessere come la serotonina e l’endorfina, accelera i processi di guarigione e arriva a prolungare persino il ciclo vitale.
A parte questo, l’umorismo ha enormi vantaggi sociali: facilita l’interazione con l’altro e aiuta a riflettere.
Le sfumature del sorriso
Ci sono moltissimi modi di far ridere. Cerchiamo, però, di racchiuderli in 4 macro-gruppi: la comicità, l’umorismo, la satira e infine il sarcasmo.
Per spiegare la differenza tra comicità e umorismo useremo le parole di Luigi Pirandello. Nel suo saggio “L’umorismo” (1908) definisce la comicità come “l’avvertimento del contrario”. “Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili – scrive il premio Nobel -. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere”. L’umorismo va oltre e si interroga sulle ragioni che conducono l’anziana signora a vestirsi in quel modo: forse non le piace e lo fa solo per compiacere il marito più giovane. Ecco che la scenetta diventa meno esilarante e ci induce a riflettere sulla realtà. Lo scopo della satira è pressoché uguale: toglie il velo del perbenismo e mostra la vera natura dell’uomo. Lo fa solitamente con una punta di cattiveria, ma sincera. Infine c’è il sarcasmo, in cui l’ironia è particolarmente pungente e ha lo scopo di umiliare e schernire qualcuno o qualcosa. Chi sceglie la via dell’umorismo o della satira intraprende il percorso più arduo, ma anche più stimolante.
Imparare dai grandi
Una volta ricostruito il quadro generale e dopo aver scelto il nostro “stile”, non rimane che iniziare a studiare. Da chi? Beh, dai più grandi. Prima abbiamo citato Luigi Pirandello, scrittore, drammaturgo e grande umorista, ma la lista è davvero lunga. Leggendo o vedendo le rappresentazioni delle loro opere possiamo imparare molto. Se si è attratti da un tipo di ironia più pungente come quella della satira, consigliamo di dare un’occhiata al Breve corso sulla letteratura satirica di FEdu, tenuto dal professionista Giacomo Papi, che indaga la funzione livellatrice della risata nei secoli.
Allenare il senso dell’umorismo
Il miglior modo per imparare davvero a fare qualcosa è quello di affiancare la teoria alla pratica: scriviamo le battute e proviamo il repertorio, magari partendo da parenti e amici, per poi allargare la platea quando avremo fatto un po’ di pratica.
Prendere tempo e capire il momento
Il primo errore per un bravo umorista è quello di voler apparire simpatico a tutti i costi. Ci sono momenti in cui l’umorismo può essere d’aiuto, altri in cui è davvero fuori luogo. Prendiamo tempo e valutiamo la situazione. Seguendo questi 5 passaggi, riusciremo a sviluppare il senso dell’umorismo e diventeremo i più simpatici della famiglia, della comitiva o dell’ufficio.