Come il Coronavirus ha cambiato modo di scrivere
La Pandemia da Covid-19 ha favorito cambiamenti in ogni aspetto sociale, compreso nel nostro modo di comunicare: vediamo perché.
Ce lo siamo detti praticamente in tutti i modi: il coronavirus ci ha cambiati e questo ha a che fare, oltre che con gli aspetti più evidenti della vita, anche con il nostro modo di scrivere. Un cambiamento che possiamo identificare su due livelli: la forma/contenuto e il mezzo.
Cambiamenti della forma e nel contenuto
Cominciamo dal primo: ve li ricordate i convenevoli, i “come va?”, gli “spero tutto bene”? Tutti accomunati dal destino a passare da modi di dire, usati in automatico, a frasi che ora – specie nei momenti e nei luoghi in cui la pandemia colpisce di più – vogliono invece avere pienamente senso. È possibile? È adeguato, se il mezzo di comunicazione che stiamo usando è una mail?
Un articolo del New York Times spezza decisamente una lancia in favore dell’uso di formule che esprimano, da un lato, un sincero interesse per lo stato del destinatario – se c’è, premessa ovvia ma non scontata – e, dall’altro, ci consentano di mostrarci vulnerabili e umani.
Ognuno ha il proprio modo di riformulare i confini della formalità e, anche se si parla principalmente di lavoro, possiamo usare il livello di conoscenza e confidenza per trovare il nostro canale. Tim Herrera, l’autore dell'articolo, suggerisce alcune strategie raccolte attraverso Twitter, riguardo a come aprire e concludere un’email: il risultato spazia dalla ricerca di empatia, con frasi tipo “Spero tutto bene, date le circostanze”, alla scelta di una linea inoffensiva e il più possibile sobria oppure la versione “vita vissuta”: “Scusa per il ritardo, ma ho i miei figli sempre con me da due mesi”. O ancora, l’umorismo più o meno noir, per cercare di ironizzare sull’ineluttabile.
Rispetto, onestà, riguardo sono, secondo l’esperta di life-style ed etichetta Elaine Swann, i pilastri del nuovo modo di scrivere via mail. “Non si può fare finta di nulla – afferma – e parlare solo di lavoro, mentre tutti siamo colpiti da ciò che sta accadendo. Invece di voltarsi dall’altra parte, mostrare un po’ di attenzione anche a piccole cose può essere di grande aiuto sia sul piano della relazione con l’interlocutore sia in generale migliorare, per quanto possibile, l’atmosfera generale”.
Cambiamenti del mezzo di scrittura
Oltre allo stile, un altro cambiamento che si è fatto notare, come racconta la MIT Technology Review, riguarda il formato con il ritorno in auge della lettera scritta a mano. Da alcuni anni a Nashville esisteva un gruppo battezzato “Snail Mail Social Club”, nato con l’intento di riunire insieme in un luogo persone che trascorrevano insieme un po’ di tempo scrivendo lettere. Con il diffondersi del coronavirus, il club ha varato una versione online, creando dei “match” tra le persone che aderiscono e che trovano sfogo, conforto e passatempo nel prendere in mano carta e penna sia per raccontare le esperienze che stanno vivendo sia per esercitare una sorta di attivismo politico retro.
In un momento in cui si discute del voto postale in vista delle prossime elezioni presidenziali negli Usa, è interessante notare l’esistenza di un movimentismo via posta grazie al quale gli elettori cercano di richiamare l’attenzione di parlamentari e membri del governo, rendendo più difficile per gli staff ignorare una lettera rispetto a un’e-mail. La deputata Alexandria Ocasio-Cortez, al riguardo, ha anche promosso il lancio di un programma nazionale con l’obiettivo di incrementare le vendite di francobolli e sostenere, così, il settore in crisi.
Da lì al programma “Big Send” è stato – si fa per dire – un attimo: il progetto consiste nell’invio di una serie di lettere cartacee ad altri cittadini, potenziali indecisi riguardo al recarsi a votare il 3 novembre. Nella convinzione, come spiega Scott Forman, uno dei promotori dell’iniziativa, “che vedere che qualcuno si è preso la briga di scrivere, impostare e spedire una lettera ha un impatto in termini di cura e capacità di coinvolgimento molto più forte” di una pioggia di e-mail o messaggini sul cellulare”.
Vedremo se e cosa cambierà in seguito al cambiamento del modo in cui ci scriviamo.