Costruire il proprio personal brand nel mondo del lavoro che cambia
Soprattutto in un momento di crisi, quando le aziende sono attente al taglio dei costi, bisogna adottare un nuovo approccio imprenditoriale su di sé
Le regole per la pianificazione, lo sviluppo e la progressione della carriera sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Il classico percorso prevedeva: ottenere una laurea, essere assunti a un livello base e crescere nella stessa azienda fino al momento della pensione. Tutto questo, ora, non esiste più. O almeno non nella maggioranza dei casi. Fare carriera oggi significa soprattutto lavorare per costruire e aggiornare costantemente il proprio brand personale.
Il contesto
In un mondo sempre più connesso, e soprattutto in un momento di crisi, la concorrenza nel mondo del lavoro non è mai stata così intensa. Sia per i talenti sia per le aziende che li assumono.
Le aziende devono rispondere alle mutevoli richieste dei consumatori e per farlo adottano strategie sempre più flessibili e veloci, adattandosi di volta in volta per rimanere rilevanti nel mercato. Questo per le imprese significa scegliere modalità organizzative che vanno dalla delocalizzazione alla digitalizzazione, puntando sul costante miglioramento dei processi anche attraverso la ricerca di risorse esterne da usare all’occorrenza.
Una nuova organizzazione che manda in soffitta la struttura tradizionale dell’azienda composta da una gerarchia di lavoratori, manager e dirigenti. Anziché affrontare costi fissi impiegando personale a tempo pieno, le aziende preferiscono oggi contratti flessibili finalizzati a un particolare momento o richiesta del mercato. Questo significa che il talento sta diventando sempre più un business. E ciascuno, con il proprio brand, può proporsi come fornitore di servizi.
È “il lavoro senza i posti di lavoro” di cui parla anche la MIT Sloan Management Review. Ci stiamo muovendo verso un nuovo “sistema operativo” che decostruisce il lavoro in compiti e progetti che possono essere assegnati non solo ai dipendenti ma anche a temporanee risorse esterne. I lavoratori saranno sempre più identificati non come titolari di un lavoro specifico, ma come portatori di una serie di competenze e abilità che possono essere applicate laddove l’organizzazione ne abbia bisogno.
Questi cambiamenti sono stati accelerati dalla pandemia, che ha messo in evidenza l’importanza dell’agilità mentale e della flessibilità organizzativa, tipiche di questo nuovo approccio al lavoro.
E per quanto duro possa sembrare, il mercato del lavoro così decostruito si fa sempre più competitivo. Per cui, come scrive Forbes, è fondamentale spostare la mentalità dall’essere un dipendente all’essere il ceo della propria carriera. E in questo mondo del lavoro in rapida evoluzione, solo le competenze possono aprire le porte delle aziende. Non solo competenze tecniche: il trucco è avere skill trasversali e una personalità che ci rendono diversi e riconoscibili rispetto agli altri candidati. È il differenziale che conta.
Come costruire il proprio personal brand
Il futuro del lavoro – scrive Forbes – oggi richiede tre competenze principali: iniziativa personale, autonomia, autogestione. A partire da questo assunto, si può costruire il proprio personal brand in linea con i propri obiettivi di carriera futuri.
Tutto inizia con la consapevolezza di sé, sapere cosa si vuole, il valore che si può portare azienda e come comunicare il proprio differenziale. Essere in grado di “vendere” ciò che rende diversi è un’abilità chiave nel futuro del lavoro.
Soprattutto in un momento di crisi, quando le aziende sono attente al taglio dei costi, bisogna rendersi indispensabili, con un nuovo approccio imprenditoriale su di sé. Ingegnarsi per affrontare le inefficienze, escogitare nuove idee per snellire i processi, identificare flussi di entrate alternativi e contribuire a creare una visione futura di ciò che è possibile nel business sono elementi vincenti.
Ma dove trovare le opportunità? Soprattutto nelle recessioni economiche, molti lavori non vengono mai pubblicizzati. Quindi si tratta anzitutto di fare networking. E mai come oggi è stato così facile connettersi e comunicare direttamente con manager e responsabili grazie ai social media. Prima, però, il consiglio è di ottimizzare il proprio profilo e la propria presenza online, conoscere bene il settore su cui si vuole puntare e i personaggi chiave e proporre i contenuti giusti sui social (a partire da Linkedin).
Indipendentemente dalla fase del percorso professionale in cui ci si trova, insomma, siamo noi stessi i responsabili della nostra carriera. Prima investiamo sul nostro personal brand, come se fossimo un’azienda con un unico amministratore, più velocemente potremo vedere avanzare il nostro lavoro. Alle nostre condizioni.