Che cos'è la Satira? Quando nasce? E a cosa serve?
Cos’è la satira: dalle origini latine alle moderne sfaccettature artistiche. Nascita, evoluzione e scopo di uno stile ormai non più solo letterario.
Ogni giorno ci imbattiamo in vignette dal tono canzonatorio che circolano e diventano spesso virali sui social network, oppure in spettacoli televisivi che trattano argomenti politici o di costume in chiave satirica.
Sempre più spesso temi di rilevanza sociale vengono reinterpretati da artisti di diversi settori che amplificano il messaggio originale per renderlo, spesso amaramente, comico.
Ma che cos’è la satira? Vediamo quando nasce, a cosa serve e chi ne ha fatto un lavoro.
Satira, significato ed evoluzione
Nella sua definizione enciclopedica, la satira viene descritta come una “composizione poetica che evidenzia e mette in ridicolo passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizi o difetti) o dall’ideale etico dello scrittore”.
Tuttavia, oggi il concetto di satira non è tipico esclusivamente delle composizioni poetiche in versi ma la sua applicazione si è allargata ad altre modalità di espressione, modellandosi sulle mutate esigenze artistiche.
Il linguaggio satirico, espresso in diversi ambiti quali il costume, la società o la politica, ad esempio nei confronti di uomini e istituzioni pubbliche, viene oggi messo in pratica soprattutto attraverso giornali umoristici, vignette, spettacoli televisivi o teatrali.
Nell’accezione più estensiva del termine, fare satira significa quindi rappresentare o descrivere persone e situazioni per sottolinearne, spesso in modo caricaturale, gli aspetti negativi, quale che sia il mezzo utilizzato.
Dove nasce la satira
L’etimologia della parola “satira” fa risalire questo termine al latino “satur” ossia “pieno” e, per estensione, “vario, misto”. In particolare, satira deriva dall’espressione “lanx satura”, ossia un piatto colmo di primizie da portare in offerta agli dèi. Per questo motivo, originariamente, gli spettacoli che combinavano diverse tecniche artistiche venivano chiamati proprio satira.
L’origine della satira come stile letterario risale invece al II secolo a.C., quando Lucilio scrisse trenta libri di satire, con intento dichiaratamente polemico. Le satire di Lucilio erano scritte in diversi metri, ma le sue opere codificarono l’esametro come il verso per eccellenza della satira.
Nei secoli successivi si affermò anche un altro stile, il cosiddetto prosimetro, ossia uno stile letterario caratterizzato da parti in prosa e parti in verso. Probabilmente questa evoluzione rende ancor meglio giustizia al nome stesso dello stile.
Chi fa satira e perché
Attori, comici, disegnatori e cantanti sono alcune delle figure che al giorno d’oggi si occupano maggiormente di satira. Dal compositore in versi, scrittore per professione, rivolto alla stesura di un testo per il teatro, siamo passati oggi a uno stile che trova espressione in diversi campi.
Famosissimi sono soprattutto i vignettisti che pubblicano sui quotidiani o sui social network disegni dallo scopo apertamente satirico.
Ma a cosa serve la satira?
Fin dal principio la satira è stata immediatamente caratterizzata da un intento dichiaratamente moraleggiante. Trattare temi di politica, costume e attualità attraverso la satira, che ne dà un racconto volutamente esasperato, ha lo scopo di veicolare un contenuto in chiave spesso comica e ironica per suscitare nel pubblico una riflessione.
Al giorno d’oggi, la satira ha preso prevalentemente i connotati della critica comica, in particolare politica, e, pur non avendo mantenuto la caratteristica originaria della compresenza di diverse tecniche artistiche, viene realizzata attraverso diversi mezzi: dal cinema alla musica, dal disegno al teatro.