Burnout da smart working? Con la creatività si può gestire lo stress
Lo smart working sta mettendo tutti a dura prova e il 68% dei lavoratori italiani si sente sovraccaricato. L’Harvard Business Review e il Washington Post ci danno alcuni consigli creativi per gestire meglio ansia e stress
Da oltre un anno lo smart working è diventata la modalità di lavoro dominante a livello mondiale. Abbiamo dimenticato gli uffici, le sale riunioni, le pause caffè in compagnia dei colleghi. Abbiamo trovato un nuovo modo di conciliare lavoro e vita privata, sperimentando tutti i vantaggi in termini di tempo e di organizzazione dello stare a casa. Ma abbiamo anche capito quali sono le difficoltà, i problemi quotidiani che derivano dal lavoro da remoto. In molti casi non si smette mai di lavorare, non ci sono più pause, si sta H24 davanti allo schermo di un computer senza riuscire a prendere fiato. Ed è per questi motivi che da mesi si parla di burnout pandemico, una definizione che racchiude lo stress, l’esaurimento, la mancanza di socialità e l'iper connessione che molti lavoratori stanno vivendo in questo periodo.
Ci sono però delle vie d’uscita, dei modi e degli strumenti, anche creativi, per gestire e ridurre lo stress derivante dallo smart working e dagli stravolgimenti che abbiamo vissuto nell’ultimo anno a causa della pandemia.
Lo stress da smart working
Secondo una ricerca presentata da Microsoft dal nome “The Next Great Disruption is Hybrid Work – Are We Ready?”, con il lavoro da remoto il tempo trascorso nei meeting è aumentato a dismisura. Rispetto a febbraio 2020, sono state inviate oltre 40 miliardi di e-mail in più in tutto il mondo. “Sul digitale produciamo di più, facciamo più riunioni e questo impatta sullo stress delle persone. Sono aumentati i fenomeni di burnout”, ha spiegato Luba Manolova, direttrice della Divisione Microsoft 365 di Microsoft Italia. In base ai dati contenuti nello studio, il 68% dei lavoratori italiani si sente sovraccaricato, il 47% si definisce esausto e il 24% pensa che l’azienda in cui lavora non sia interessata al work-life balance dei propri dipendenti.
Un’altra ricerca di Korn Ferry citata dalla Harvard Business Review mostra inoltre che lo stress ha causato la privazione del sonno per il 66% dei lavoratori americani. La mancanza di sonno, a sua volta, contribuisce ad esacerbare lo stress lavorativo, influenzando negativamente funzioni cognitive come giudizio, pensiero critico, problem solving, pianificazione e organizzazione.
Come difendersi dallo stress lavorativo: 5 consigli pratici
La Harvard Business Review ha messo insieme 5 consigli per aiutare i lavoratori a difendersi dallo stress lavorativo e a dormire meglio, evitando di svegliarsi la notte pensando a cosa fare e non fare:
- crea una lista: secondo una ricerca della Baylor University e della Emory University, fare una lista di cose da fare per il giorno successivo aiuta a dormire meglio e a ridurre l’ansia. Michael Scullin, tra gli autori della ricerca, spiega all’HBR che “I lavori incompiuti che attraversano la tua mente rimangono a un livello elevato di attivazione cognitiva e ci fanno rimanere svegli la notte. L'atto di scrivere questi compiti non portati a termine diminuisce invece l'eccitazione cognitiva, la ruminazione e la preoccupazione”.
- Tieni un diario: annotare pensieri e sentimenti su un diario aiuta a elaborare le emozioni e ridurre lo stress e l'ansia “poiché richiede un livello maggiore di elaborazione psicologica”, si legge sulla rivista. Fondamentale è annotare sia gli eventi positivi che quelli negativi. Uno studio condotto su degli studenti universitari ha dimostrato che chi tiene un diario riesce ad abbassare il livello di stress e ad avere una migliore qualità del sonno.
- Esercita l'auto-compassione: bisogna essere gentili con se stessi come lo si è nei confronti di un amico. Se va male una riunione, se una presentazione non va a buon fine bisogna praticare l’auto-compassione e riconoscere che nessuno è perfetto. Secondo Kristin Neff, autrice di “Self-Compassion: The Proven Power of Being Gentle with yourself" questa pratica aiuta a interrompere il ciclo di pensieri negativi e di auto-giudizio che derivano dalla ruminazione.
- Impegnati nell'attività fisica: fare attività fisica moderatamente intensa può aiutarci a tenere sotto controllo lo stress e a dormire meglio. “L'esercizio fisico non solo aumenta la quantità di sonno profondo che otteniamo, ma decomprime la mente, attivando un processo cognitivo importante per la transizione naturale al sonno", spiega a HBR Charlene Gamaldo, direttore medico del Johns Hopkins Center for Sleep.
- Pratica la meditazione: ci aiuta a essere pienamente presenti e a concentrare la nostra attenzione su pensieri ed emozioni positivi, evitando di rimuginare o di preoccuparci per eventi futuri. Una ricerca condotta nei Paesi Bassi dimostra che meditare 10 minuti prima e dopo il lavoro per 2 settimane consecutive aiuta i lavoratori a calmarsi e aumenta la durata e la qualità del sonno.
Passatempi creativi per evitare il burnout
I consigli forniti dalla Harvard Business Review, suffragati da ricerche e studi volti a dimostrare la loro efficacia, possono rappresentare la soluzione per molti lavoratori alle prese con ansia e stress da smart working. C’è però anche chi ha preferito affidarsi alla propria creatività, sperimentando passatempi e strategie, in certi casi “alquanto improbabili”, per affrontare la pandemia. Il Washington Post ne ha raccolti alcuni, quelli che si sono “distinti per inventiva e divertimento” allo scopo di dare nuove idee ai suoi lettori impegnati a gestire gli effetti della pandemia, spiega il giornale statunitense.
Si parte con Amy che ha tratto un enorme conforto dai suoi polli da compagnia. “Li ho cresciuti da quando avevano 2 o 3 giorni. Ho iniziato con le dive: Beyoncé, Ariana Grande, Stevie Nicks, Lady Gaga, Diana Ross e Carly Simon. Poi, ho preso la febbre da pollo e ho aggiunto quelli ‘gelato’: Cocco, Cacao, Biscotto, Mora, Lampone, Caramello e Ciliegia. Volano tutti da me quando esco a salutarli. Mangiano dalla mia mano, si appollaiano sulle mie ginocchia e sulle mie spalle”, spiega Amy che di professione fa il medico e che grazie ai suoi amati polli è riuscita a liberarsi dal terribile stress derivante dall’osservare “i miei amati pazienti soffrire terribilmente”.
C’è anche chi ha deciso di darsi al volontariato, accompagnando anziani e disabili a fare il vaccino, chi ha voluto colorarsi i capelli di rosa per strappare un sorriso agli altri, o chi come Bill, un arzillo novantenne di Arlington, ha addirittura acquistato un vecchio aeroplano del ‘66 per ricostruirlo e farlo tornare a volare. “Voglio finirlo e pilotarlo prima di perdere l’autorizzazione medica concessami dalla FAA. Il progetto stesso si prende cura di me. Per sei o otto ore al giorno, non mi annoio, non sono solo”, ha raccontato al Washington Post.
Gail e Chris hanno un allevamento di gatti e postano in continuazione foto e video sui social per far vedere ai loro follower quanto amore ricevono dai loro amici a quattro zampe, Holly invece quando capisce di essere vicina al limite mangia un po’ della cioccolata che tiene sempre in casa. Interessante anche l’esperimento di Ana che ha deciso di fare una “passeggiata virtuale” attraverso gli Stati Uniti direttamente dal salotto della sua casa a Philadelphia. Ogni giorno sale sul suo tapis roulant e comincia a camminare. “Ho percorso 1.703 miglia dall'inizio di marzo fino alla fine dell'anno scorso e altre 170 miglia a gennaio. Ho superato Denver e sto andando a Las Vegas. È stato molto divertente e mi ha tenuto motivata a camminare ogni giorno”.
Molti lettori, durante la pandemia hanno scoperto il potere catartico di libri e degli audiolibri, grazie ai quali non si sentono mai soli e possono viaggiare ovunque, altri hanno parlato del potere terapeutico di prendersi cura di sé stessi e vestirsi di tutto punto anche per restare a casa. Qualcuno ha iniziato a prendere lezioni di tango online o a imparare il “fai-da-te” dai tutorial di YouTube. Tutti, nessuno escluso, hanno tratto beneficio dalla loro creatività, affrontando col sorriso e con minore stress le difficoltà dello smart working e della pandemia.