Bellingcat & co: usare la tecnologia per sconfiggere le fake news e fare indagini giornalistiche
La Rete funziona come propulsore della disinformazione, ma le tecnologie digitali ci forniscono strumenti e approcci di indagine che possono aiutare giornalisti e cittadini a capire qual è la verità
Un’idea abbastanza diffusa sulle fake news è che queste siano figlie di Internet. La questione, in realtà, è un po’ più complessa: il passaparola, il pettegolezzo riguardo a storie non di prima mano, non verificate, vere ma magari decontestualizzate esiste da quando esiste una comunità umana. L’esistenza di uno strumento come Internet, d’altra parte, ha rafforzato la pervasività delle dicerie e la loro capacità di circolare. Questo, combinato a un’alfabetizzazione digitale ancora in corso d’opera, fa pensare a tanti che fake news e tecnologie siano un binomio indissolubile.
Il caso Bellingcat
Ma se le stesse tecnologie digitali ci aiutassero a verificare se una notizia è vera o meno? Oppure a ricostruire quanto potrebbe essere accaduto riguardo a un certo evento? Bellingcat è un progetto lanciato nel 2014 da Eliot Higgins, che lo descrive come “un’agenzia di intelligence per le persone”. Il cuore dell’attività di Bellingcat è utilizzare tecniche e strumenti di open source intelligence per rintracciare dati già disponibili in Rete e utilizzarli per verificare storie o ricostruire l’evoluzione di un fatto. “Non siamo esattamente giornalisti, né attivisti per i diritti umani, né informatici, né archivisti, né ricercatori accademici, né investigatori criminali - afferma Higgins - ma lavoriamo all’incrocio tra tutte queste discipline. Siamo un collettivo di persone ‘ossessive e fissate con i dettagli’, che in passato hanno trascorso anni formativi al computer, affascinati dal potere di Internet".
Tra le investigazioni portate a termine con successo da Bellingcat, la più recente è quella che ha provato l’avvelenamento dell’oppositore russo Alexey Navalny da parte di agenti del FSB, il servizio segreto russo. In passato, le indagini del sito inglese sono state determinanti per chiarire, ad esempio, chi avesse lanciato il missile che colpì nei cieli ucraini il volo della Malaysia Airlines diretto da Amsterdam a Kuala Lumpur.
Metodo scientifico
Uno dei mantra di Bellingcat e degli esperti di open source intelligence è che questo tipo di indagini sono condotte con metodi trasparenti e replicabili - “un po’ come applicare il metodo scientifico al giornalismo”, commenta Higgins -, senza fonti riservate o “spiate” da parte di qualcuno. L’idea è che ogni lettore con un po’ di competenze tecnologiche possa, se vuole, condurre a propria volta indagini e verifiche. In questo senso, l’indagine sul caso Navalny - come racconta il New Yorker - ha rappresentato anche una questione etica rilevante per il team che, in questo caso, si è dovuto appoggiare a metadati telefonici, diffusi sottobanco da persone che avevano accesso ai database di Mosca.
Guerre, politica e propaganda
Questo tipo di indagini non sono applicabili solo a contesti bellici, ma per esempio ci sono indagini come quelle condotte dal Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council che si focalizzano su questioni di politica interna - per esempio il caso di una conferenza di suprematisti bianchi organizzata negli Usa attraverso canali come Twitter e Telegram - oppure di posizionamento geopolitico di alcuni Paesi, come Russia e Cina, su questioni di grande attualità come le vaccinazioni anti-Covid.
La Rete quindi si dimostra anche in questo campo una risorsa che, con un po’ di competenze ad hoc, riequilibra il potere sull’uso dei dati. Se i governi, soprattutto quelli meno democratici, possono usare i dati per esercitare un maggior controllo sui propri cittadini, Internet è anche uno scrigno di dati per giornalisti, attivisti e cittadini che vogliano verificare il livello di responsabilità e trasparenza dei governi, dei movimenti politici e di altre organizzazioni pubbliche e private.