Beatrix Potter: ritratto di un’illustratrice
Beatrix Potter ebbe una vita corollata da un innegabile successo, frutto di molto studio, osservazione e coltivazione di passioni e progetti.
Un’illustratrice celebre, un’imprenditrice di successo, una donna riservata ed eccentrica, una scienziata e studiosa di micologia, un’allevatrice di pecore che vinse numerosi premi… Di lei, dei suoi libri e della sua vita, si è scritto e prodotto molto – oltre a film, documentari serie animate, biografie, segnaliamo questo recente libro illustrato a lei dedicato, adatto anche allə più piccolə.
Il successo, la ricchezza e i risultati raggiunti arrivarono in seguito ad un lavoro e un’attenzione costanti, frutto della coltivazione delle proprie passioni e che non furono mai regalati. Ci furono anche molti fallimenti, rifiuti e dolori che ci rivelano come ritrarre e riassumere una vita intera sia un’impresa ardua, se non impossibile, perché la realtà non è mai netta, bianca o nera, ma sempre multicolore e composita di più sfaccettature. Ci limiteremo quindi ad abbozzare dei frammenti di ciò che fu e fece Beatrix, cercando di raccogliere dei pezzi delle sue molteplici eredità.
Trovare l’ispirazione e seguirla
Tutto comincia quando è ella stessa bambina, nella sua casa natale a South Kensington e nella tenuta delle vacanze nel Lake District, dove iniziarono le letture, i giochi all’aperto in giardino, le scoperte infantili del mondo circostante, l’esplorazione curiosa delle piccole cose quotidiane: tutto questo fu già da subito fonte di preziosa ispirazione per i suoi disegni.
Sin dai primi anni, Beatrix Potter manifesta un forte interesse verso il disegno, attività che praticava per ore insieme al fratello minore, guardando dal vero e abbozzando gli animali domestici e selvatici che la circondavano – conigli, topolini, serpenti, ricci, persino pipistrelli. Il semplice e spontaneo atto creativo di riprodurre ciò che vedeva dal vivo era affiancato dalla curiosità verso i libri che le sue dita di bambina riuscivano ad afferrare: ne osservava attentamente le illustrazioni e di alcuni ne apprezzava e leggeva le storie, lasciandosi trasportare dalle favole di Esopo, dalle fiabe dei fratelli Grimm, di Hans Christian Andersen, ma anche dalle opere di Shakespeare e dai romanzi cavallereschi di Walter Scott, dimostrandosi una lettrice onnivora.
Dall’infanzia all’età adulta gran parte della sua formazione fu da autodidatta, dall’ascolto e approfondimento dei propri interessi. In quanto donna vivente in epoca vittoriana non poté studiare in nessuna scuola prestigiosa, né pubblica, tantomeno ad Oxford come toccò invece al fratello; i suoi genitori decisero invece che un’istruzione privata e sommaria potesse essere sufficiente, incoraggiandone però l’affinamento delle sue già spiccate doti artistiche grazie all’affiancamento di un’insegnante privata. Beatrix Potter, in quegli anni, coltivò così il disegno a mano libera, imparò la tecnica degli acquerelli, padroneggiò la prospettiva e la geometria, fino a sviluppare un suo stile unico e riconoscibile.
È nel quotidiano, nelle piccole cose, che si trova l’estro più fecondo. Per Potter bastava guardarsi attorno, immergersi nella natura – fonte inesauribile di soggetti da riprodurre – ascoltare i rumori del giardino per lasciare poi che la mano creasse, sul foglio di carta, mondi incantevoli e personalissimi ma al tempo stesso familiari e accoglienti verso chi vi ci si affacciava.
Fare da sé: il successo dopo molti rifiuti
Il suo racconto più celebre in assoluto, The Tale of Peter Rabbit, nacque da una lettera illustrata del 1893 che inviò al figlio della sua ex governante, Annie Carter, divenuta sua amica per via dei pochi anni di differenza che le separava. Avendo già creato il personaggio di Benjamin Bunny – simile al poi più famoso Peter Coniglio – e già avvezza a proporre le proprie illustrazioni ad aziende che le acquistavano per farci cartoline natalizie o di accompagnamento a componimenti altrui, Beatrix Potter seguì l’incoraggiamento di Annie Carter di creare qualcosa di più ambizioso: un libro per bambinə tutto suo.
Investire sui lavori di una giovane donna doveva apparire una mossa azzardata per l’epoca e il fatto che le illustrazioni e la storia fossero buone non sembrò sufficiente a nessuna delle sei case editrici a cui Potter propose il suo lavoro ultimato. Nessuno voleva pubblicarla. I rifiuti dovuti al suo genere, tuttavia, non rappresentavano per lei una novità: già negli anni ’90 dell’’800 i suoi studi e scoperte di micologia – altra sua prolifica attività – furono accolti freddamente e con scetticismo dalla comunità scientifica del tempo. Ma questa è un’altra – non meno interessante – storia. I cambiamenti nella società, nei suoi ruoli di genere, in ciò che può o non può fare una donna o un uomo in quanto donna o uomo, non si manifestano per il solo fatto che passano gli anni. I passi avanti si ottengono grazie allo sforzo di qualcunə che si è speso per far sì che questi si avverassero divenendo parte di ciò che viene considerato normale, abbattendo tabù e pregiudizi. Verso Beatrix Potter siamo gratə del suo genio artistico e dei suoi numerosi talenti che ancora possiamo apprezzare, ma soprattutto le siamo gratə perché non si rassegnò e non si fece da parte dopo l’ennesimo rifiuto: nel 1901 autopubblicò il suo libro.
Fu un successo. Tutte e 250 le copie furono vendute rapidamente al punto da suscitare l’interesse della casa editrice Frederick Warne & Co., che in seguito ad una serie di aggiustamenti (fra cui le illustrazioni a colori invece che in bianco e nero) ripubblicò il lavoro nel 1902, vendendo decine di migliaia di copie e inaugurando l’enorme successo editoriale di Beatrix Potter. Cavalcando l’onda, Potter dimostrò non solo di possedere la creatività e sensibilità necessarie per dare vita ai suoi libri illustrati, ma anche un’arguta capacità imprenditoriale: dai suoi personaggi creò pupazzi e numerosi prodotti che mise sul mercato e le cui vendite, sommate a quelle dei libri, le permisero di raggiungere una certa indipendenza economica, non male per una donna in quegli anni.
Al prezzo di un solo scellino, The Tale of Peter Rabbit si inseriva nel mercato dell’editoria per l’infanzia come prodotto innovativo, dando l’idea di essere stato immaginato e creato appositamente per lə bambinə. Il formato del libro originale era infatti piccolo, adatto ad essere tenuto dalle manine minute dellə lettorə, mentre i testi che accompagnavano le illustrazioni ad acquerello mantenevano alcune parole più complesse per stimolare la curiosità e l’apprendimento. Anche i contenuti – in questo e nei successivi racconti – non sono né banali né censurati e anzi, sin dalle prime pagine, emerge il tema degli orrori e dei pericoli del mondo esterno, da cui non bisogna però lasciarsi sopraffare mentre diventa decisivo affrontare e superare difficoltà e tragedie perché, in ogni caso, la vita prosegue.
Un’eredità che vive
Il 28 luglio del 1866 iniziava la vita prolifica di Beatrix Potter, la cui curiosità degli anni successivi le permisero di creare mondi che – a 80 anni dalla sua morte quest’anno – sono ancora ricchi, accoglienti e vivi. Sfogliando i suoi libri possiamo immergerci nel verde della campagna inglese, immaginandola come reale oltre la carta; fare esperienza della quotidianità della società vittoriana trasposta nel mondo animale, mentre ci appassioniamo alle avventure e disavventure di topolini e conigli; riflettere infine sull’importanza della salvaguardia dell’ambiente e del rispetto verso la natura, ossia uno dei temi in assoluto che furono più cari all’autrice, le cui illustrazioni curate nei minimi dettagli riescono a infondere anche in chi legge un po’ di quell’amore e urgenza che Beatrix Potter nutriva verso la natura e i suoi abitanti, che fossero animali, vegetali o funghi.
Scrivere e fare illustrazioni per bambinə vuol dire dare libero sfogo all’immaginazione, creando mondi capaci di far sognare anche lə più piccolə. È quello che porteremo in aula durante la Factory di libri e albi illustrati per l'infanzia, un percorso di 6 mesi per arrivare a realizzare un albo illustrato per bambine e bambini, sotto la guida di Erika De Pieri e la partecipazione di Laura Carusino, Chiara Fiengo, Elisa Fratton, Alessandro Montagnana e Ilaria Perversi.