Acqua è comunità. Innovazione e sostenibilità nell’intervista a Maria Rosaria Brunetti del Gruppo CAP

Acqua è comunità. Innovazione e sostenibilità nell’intervista a Maria Rosaria Brunetti del Gruppo CAP

Il Gruppo CAP è il gestore della rete idrica della Città Metropolitana di Milano e di molti comuni limitrofi. Gestendo un bene pubblico così importante, è in prima linea nel dare forma alle comunità di domani. Attraverso la cultura, l'innovazione, la formazione e le proprie pratiche aziendali responsabili.

03/05/2023 , tempo di lettura 5 minuti

Proprio in questi giorni la popolazione dell’India ha superato quella della Cina, ma nei prossimi 25 anni gli equilibri demografici continueranno a cambiare vertiginosamente, in una rapida crescita della popolazione umana che renderà più dura la corsa all’accesso alle materie prime e, tra tutte, all’acqua. Quando si parla di scarsità, e in particolare di scarsità idrica, si parla in realtà di una scarsità procurata: a causarla è la scorretta e iniqua gestione della stessa. Se è vero che le risorse idriche non sono ugualmente distribuite su tutto il globo, è vero anche che dovrebbe essere la società globale a rimediare a questo gap iniziale, tentando di dare una risposta a una situazione altrimenti paradossale e molto pericolosa: Cina e India, le due nazioni più popolose, allo stato attuale possono vantare una disponibilità di acqua pro-capite che varia da 2000 a 5000 litri di acqua, attestandosi tra i Paesi più poveri di acqua nel mondo. Come è possibile immaginare, in queste condizioni, una crescita sostenibile di questi due giganti planetari? Di tutta l'acqua presente sulla Terra, meno dell'1% è realmente disponibile per soddisfare la domanda umana di cibo, energia e vita quotidiana. Ed entro il 2050 la popolazione mondiale sfonderà il tetto dei 10 miliardi di individui: nutrire altri 2 miliardi di persone richiederà un aumento del 15% dei prelievi idrici e si prevede che l'acqua necessaria per produrre energia aumenterà di oltre l'85%. L'aumento della domanda, unito ai cambiamenti climatici, farà sì che entro il 2050 due terzi del pianeta vivranno in regioni sottoposte a stress idrico.

Questi numeri, vertiginosi, ci impongono domande urgenti. Le impongono ai governi e agli individui, richiamati a una gestione responsabile dell’acqua alla quale hanno accesso. E le pongono alle società che gestiscono questa risorsa, attraverso la progettazione e la manutenzione delle infrastrutture preposte alla distribuzione e alla conservazione dell’acqua. A loro è richiesta non soltanto una gestione onesta e competente delle strutture, ma anche un impegno attivo nella promozione di una cultura della sostenibilità. Ne abbiamo parlato con Maria Rosaria Brunetti, Direttrice Risorse Umane, Organizzazione e People Development del Gruppo CAP, che gestisce la rete idrica di 200 comunità territoriali dell’hinterland milanese. Una missione ad ampio spettro, quella del Gruppo CAP, che si articola anche attraverso le attività del “Kids Afternoon”, ideate con Feltrinelli Education per introdurre in modo partecipato lɜ figliɜ delle persone di CAP al mondo dell’acqua. Perché la nostra relazione con l’acqua, la nostra possibilità di godere universalmente di questo bene in futuro, è innanzitutto una questione culturale. 

E l’acqua è cultura, da sempre. Basti pensare al formidabile patrimonio architettonico e urbanistico che la civiltà romana ci ha lasciato attraverso i propri acquedotti. Infrastrutture all’avanguardia che manifestavano innanzitutto una visione di mondo e società e che hanno avuto un impatto non solo culturale, ma anche e soprattutto sociale: la rete idrica romana ha reso possibile la crescita delle città e l'aumento della popolazione, creando una maggiore domanda di alimenti e di beni di consumo, stimolando il progresso tecnologico e scientifico, creando i presupposti per la nascita dei moderni centri urbani. Sembra insomma che sia proprio dall’elaborazione culturale della nostra relazione con questo bene primario che derivi la nostra possibilità di crescere, e crescere bene.

Di questo e molto altro abbiamo parlato con la dottoressa Brunetti, ragionando in particolare su come si strutturi un servizio efficace e dall’impatto positivo, nel settore della gestione idrica, a partire dal lavoro sulle Risorse Umane. Essenziale, in questo contesto, sviluppare pienamente tutto il potenziale umano e professionale dellɜ professionistɜ, che alle specifiche competenze tecniche e ingegneristiche devono saper accostare qualità umane e relazionali. Uno specchio, loquace e prezioso, di cosa significhi occuparsi della cosa pubblica. 


A partire da questa consapevolezza storica, proiettiamoci subito all’oggi. Che ruolo culturale svolge, oggi, il servizio idrico? E soprattutto, come si lavora all’interno del team aziendale per promuovere questa cultura e dare il senso del patrimonio naturale e di civiltà di cui ci si sta assumendo la responsabilità?

L’acqua è il comune denominatore del mondo poiché fonte di vita. Intorno all’acqua, bene primario, sorgono e crescono le comunità. Per questa ragione, nella nostra strategia aziendale, mettiamo al centro il territorio, le persone, la sostenibilità in tutte le sue declinazioni, l’innovazione e l'educazione per le nuove generazioni. Si tratta di un modello culturale che quotidianamente si deve tradurre in modelli organizzativi, operativi, di competenze manageriali, di comunicazione, in percorsi formativi e strumenti di gestione de personale. È solo traducendo in azioni concrete e coerenti la visione che si fa promozione culturale. Consapevoli di questo importante ruolo, siamo stati tra i primi del settore a dotarci di un piano di sostenibilità di ampia visione che ci sta accompagnando in questo percorso di transizione. L’azienda è il luogo dove è fisiologico dialogare e condividere questa responsabilità sociale. 


L’acqua è certamente un bene pubblico e universale, eppure necessita della capacità di investimento e gestione di gruppi privati, come Gruppo CAP. Qual è la visione e la mission del gruppo? Come si fa business tutelando l’idea - centrale nella nostra cultura e assioma del nostro sistema valoriale - che l’acqua sia un bene pubblico e inalienabile?

Il nostro modello gestionale rispecchia la nostra governance. I soci di CAP sono circa 200 comuni che contribuiscono a rendere l’azienda vicina ai cittadini e presente in modo capillare sul territorio. Per questo tutte le nostre strategie di investimento sono coerenti con questa caratteristica. Partecipazione, sostenibilità e business non possono viaggiare su direttrici differenti. Ogni giorno ci si deve impegnare per dare una concreta risposta alle aspettative delle 200 comunità territoriali che CAP serve con una offerta integrata di erogazione, raccolta e trattamento dell’acqua. A loro dobbiamo dare un servizio efficiente ed economicamente stabile per garantire gli investimenti necessari per la costante innovazione oggi più che obbligatoria. Al tempo stesso è nostro compito informare i cittadini dei benefici che può portare una corretta gestione del bene acqua che per molti è ancora un bene “libero” come l’aria o la luce del sole, mentre da tempo sappiamo quanto sia scarso e molto costoso.

Io sono fermamente convinta che sia molto importante operare per condividere il principio che la “corale” gestione dell’acqua è un valore. Molti lo danno come un presupposto e purtroppo non è così; per questo chi gestisce questo bene ha grandi responsabilità non solo verso l’azienda che guida.


Feltrinelli Education ha curato per Gruppo CAP l’evento “Kids Afternoon”, per lə figliə dellə persone di CAP. Laboratori, letture, musica, workshop tematici, attività varie e interattive attorno al tema dell’acqua: ci parli un po’ del progetto. E, in particolare, come si parla di acqua e responsabilità ambientale alle nuovissime generazioni e come si fa a non deludere le loro aspettative che, sui temi ambientali, sono giustamente sempre più alte? 

La giornata annuale dei “bimbi in ufficio” è una delle iniziative dedicate alla genitorialità che CAP, accanto alle altre iniziative di sostegno familiare, mette a disposizione delle proprie persone. Si affianca, per esempio, all’asilo nido aziendale che è aperto anche alle bambine e bambini del quartiere.  Partiamo dal fondo della vostra domanda, che ben si aggancia ai tempi del nostro Asilo Nido. 

Quando, come direzione HR, abbiamo cominciato a pensare al nido – considerate che è nato insieme alla sede - ci siamo subito concentrati sulla proposta pedagogica che è il fulcro di tutto il progetto. Quest’ultima riprende i valori aziendali e li declina uno a uno nella vita nel nido. Significa che il nido parla di sostenibilità, di attenzione e rispetto dell’ambiente, di cura e di protezione del bene acqua.Il nostro impegno educativo sui temi di sostenibilità ambientale inizia quindi nei primi 1000 giorni di vita e prosegue con tutti gli altri progetti di educazione ambientale che sono stati portati avanti  da CAP nelle scuole di ogni ordine e grado. È in continuità con questa visione che arriviamo al progetto “Kids Afternoon” con Feltrinelli. 

Lo abbiamo dedicato ai figli delle nostre persone di età compresa tra i 3 e i 14 anni che, per quel giorno, hanno potuto visitare il luogo di lavoro dei propri genitori e, come loro, occuparsi delle tematiche relative all’acqua. I più piccini sono stati coinvolti in letture animate e laboratori creativi con un approccio esperienziale, si sono sentiti protagonisti della giornata. I bambini di età intermedia hanno partecipato a laboratori che, sempre partendo dalla lettura, puntavano alla creatività e all’immaginazione. Filo conduttore per tutti, l’acqua.

I più grandi, sotto la guida esperta di Feltrinelli, si sono confrontati su diversi temi legati all’acqua e all’ambiente, sviluppando alcuni podcast che sono stati successivamente mandati in onda più volte sulla nostra radio aziendale, a beneficio di tutte le persone del Gruppo. Il nostro impegno verso le future generazioni è costante e solo dimostrando il nostro impegno, la nostra determinazione e il nostro agire responsabile potremo non deludere le loro aspettative.


Proprio rispetto a queste aspettative il Gruppo CAP si trova in prima linea, poiché gestendo la rete idrica di una provincia come quella di Milano ha una grande responsabilità verso la comunità. Si tratta di un lavoro estremamente complesso; ISTAT, per esempio, rileva che in tutto il Paese la rete idrica perda circa il 42% del volume totale di acqua trasportata. Ma non solo: consumiamo in media 150l di acqua al giorno, ma l’OMS definisce come spreco un consumo superiore ai 50l. Siamo davanti a una questione tecnologica e di gestione, da una parte, ma anche di cultura dei consumi e del bene pubblico, dall’altra. Chi si trova a lavorare in questo ambito ha una responsabilità enorme: come si selezionano e formano le professionalità adeguate? Quali caratteristiche devono avere le personalità del vostro team?

La risposta richiederebbe un piccolo trattato, ma cerco di stare nei limiti ragionevoli per farmi leggere. Sul versante tecnologico ci muoviamo in più direzioni: miglioriamo costantemente il controllo di tutta la rete per evitare sprechi con risultati eccellenti perché abbiamo una bassissima dispersione (lontana dalla percentuale richiamata); applichiamo le migliori pratiche esistenti per la depurazione dell’acqua resa dai cittadini e dalle industrie; controlliamo nel nostro Laboratorio di Ricerche (tra i pochi in Italia) la qualità dell’acqua e questo garantisce sempre acqua di ottima qualità. Una parte significativa dei nostri investimenti è dedicata a questi interventi.

Altrettanto importante è l’intervento sui nostri “clienti”, ovvero tutta la popolazione che non sempre è adeguatamente informata sul modo migliore di utilizzare l’acqua, come dicevamo ancora troppo spesso ritenuta un bene comune e quindi di uso discrezionale. Facciamo costantemente campagne di informazione indirizzate a tutta la popolazione con interventi mirati ai ragazzi delle scuole e ai loro genitori, a chi lavora nelle fabbriche e negli uffici, ma anche agli Amministratori della cosa pubblica. 

Infine verso i nostri colleghi in CAP l’impegno è veramente straordinario perché non ci limitiamo al costante aggiornamento delle competenze dettato dalla formidabile evoluzione tecnologica in corso, ma vengono coinvolti in vario modo al miglioramento della sensibilità culturale verso i valori alla base di un corretto uso della “cosa pubblica”: favoriamo la partecipazione ad attività di volontariato, organizziamo eventi e “gare” per incentivare la sensibilità a una ecologia non di maniera, ma legate a fatti e comportamenti concreti.

Dunque, un ampio raggio di azione, necessario per dare concretezza agli obiettivi di una Azienda che “maneggia” un bene non solo fondamentale per la vita di tutti, ma estremamente complesso e al tempo stesso delicato come oggettivamente è la “sorella acqua” che San Francesco definisce molto utile, umile, preziosa e casta.


L’acqua è un bene pubblico, come il lavoro. Come tale, come bene di tuttə, non può che essere gestito da una comunità democratica, rappresentativa, inclusiva. Qual è la storia della popolazione aziendale del gruppo CAP? Qual è la vostra people strategy per creare un ambiente di lavoro positivo, motivante e felice, mettendo al contempo in atto strategie per ridurre gender gap, combattere le discriminazioni, creare una comunità aziendale davvero inclusiva e foriera di opportunità?

Il 27 febbraio 1928 alcuni comuni costituirono il Consorzio per l’Acqua Potabile. In 90 anni le sfide si sono susseguite e affrontate con successo e questa è storia, la storia delle nostre persone. Le strategie nel tempo si sono ridefinite in relazione al contesto macroeconomico. Anche le professionalità si sono adeguate. Il fil rouge è però sempre stato la condivisone dei valori aziendali. Oggi, tutti i nostri progetti e le nostre azioni sono orientati alla sostenibilità. I nostri pilastri sono: la Sensibilità, la Resilienza, l’Innovazione. 

Proprio all’interno del pillar sensibili si colloca la nostra people strategy che nel tempo implementiamo con costanza, dedizione e coerenza con i nostri obiettivi al 2033 e con l’agenda ONU 2030. Obiettivi così ambiziosi non possono che essere raggiunti creando un ambiente di lavoro sano dove un importante ruolo è giocato dalla strategia sul welfare aziendale. Nel 2022, abbiamo inaugurato la nostra nuova sede “ARCA” nella quale sono presenti nuovi spazi di lavoro, un asilo nido aziendale, una biblioteca aziendale, una caffetteria aperta al pubblico e un auditorium. È un luogo “aperto alla collettività” dove il nuovo modo di lavorare si integra con la necessità di creare un ambiente di lavoro partecipativo e inclusivo.

La nostra politica di diversity è “semplicemente” orientata all’abbattimento di qualsiasi ostacolo. Il piano D&I si sviluppa sostanzialmente sui tre filoni cardine: genere, generazioni e attenzione alle fragilità.  Abbiamo importanti progetti per avvicinare il mondo femminile alle tematiche STEM (anche grazie alle importanti collaborazioni in corso con il mondo ITS); la nostra è un’azienda molto ingegneristica e tecnica e questo mercato del lavoro vede, purtroppo, solo una parziale presenza femminile che, tuttavia c’è, e va ricercata. In questo senso, siamo attualmente impegnati per l’ottenimento della certificazione sulla parità di genere. È inoltre previsto un progetto per facilitare l’ingresso in azienda di nuovi colleghi e colleghe con particolari fragilità e disabilità cognitive. Vediamo questa “diversità” come un valore inestimabile per la crescita delle nostre persone.


E ora, lasciamo scorrere questo fiume: dove vi vedete nel futuro? Quali sono gli obiettivi e le aspirazioni del Gruppo CAP?

Costruire il futuro per le nuove generazioni. Senza dubbio è questa la risposta. Parlare di nuove generazioni implica l’ascolto dei valori e bisogni che queste generazioni esprimono oggi e per il futuro: Work life balance, ambiente di lavoro, sostenibilità, meritocrazia, inclusione, equità, innovazione, trasparenza e coerenza, cultura green. Temi come l’ambiente, la transizione ecologica, economia circolare, sviluppo sostenibile del territorio sono al centro della nostra visone futura.  Ci piace definirci una vera e propria “utility green che costruisce oggi il mondo di domani”.

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