Piero Colaprico, scrittore di gialli e giornalista, vive a Milano. E’ stato inviato speciale e caporedattore di "Repubblica", ha seguito numerose storie di criminalità e corruzione (è l'"inventore" del termine “Tangentopoli”) e ha svelato per primo, insieme all'editorialista Giuseppe D'Avanzo, il giallo della telefonata del premier in questura e le serate con “bunga bunga” ad Arcore. Si è dimesso nel 2021 ed è direttore artistico dello storico teatro Gerolamo.
Ha scritto saggi e fiction. Tra i primi, “Manager calibro 9-vent'anni di malavita a Milano” (Garzanti, 1996), diventato un film (Lo Spietato, con Riccardo Scamarcio) e “Le cene eleganti” (Feltrinelli 2011). Tra i romanzi, “Requiem per un Killer” e “La strategia del gambero” (Feltrinelli 2022 e 2017) e “Trilogia della città di M.” (il Saggiatore, 2004, premio Scerbanenco). Un discorso a parte riguarda il ciclo dei gialli che hanno per protagonista Pietro Binda, maresciallo al vertice della sezione Omicidi dei carabinieri di via Moscova. I primi tre (Marco Tropea Editore) sono stati scritti insieme all'anarchico Pietro Valpreda (e Feltrinelli li ha riuniti nel volume “Le indagini del maresciallo Binda”), poi ha proseguito da solo non volendo abbandonare un protagonista amato dai lettori.
Per il teatro ha scritto “Qui città di M”, arrivato al ventesimo anno di repliche, e vari testi che riportano al centro della scena le osterie e il dialetto milanese.